“20 anni fa per la prima volta finii a Scicli il giorno di Pasqua, con Jacopo e Carmelo Chiaramonte. La festa non sembrava granché, cattiva musica e bancarelle, fino a che finimmo dentro la chiesa attratti dai boati. Ci dissero che era una miscela di paganesimo, fede e gallismo, poi si levò il grido collettivo: Gio-Gio-ia…la statua del Cristo risorto condotta a spalla uscì all’aperto investita da una selva di garofani e poi iniziò a barcollare oltre ogni limite di velocità pedonale sulle teste della folla inseguita da una banda in uniforme rossa che suonava sempre lo stesso pezzo, una marcia reale chiamata “Busacca”. Fu una epifania, una folgorazione: l’espressione più festosa della vittoria sulla morte.

In questi giorni di poca gioia, in cui la morte sembra entrare dai pori del mondo, che l’uomo vivo ci ricordi la sacralità della vita, di ogni vita, il valore di ogni vita umana.

Grazie Scicli per avere adottato questa canzone che anni fa a Scicli è nata.

Grazia a tutti per ricordarci che l’omu è vivu!”

Vinicio Capossela