di Viviana Sammito

no trivLegambiente ha promosso una marcia “No Triv”, domenica primo marzo dalle 10, per protestare contro le perforazioni su terra dell’Irminio SRL. La società infatti ha ricevuto il beneplacito dalla Sovrintendente ai Beni Culturali di Ragusa, Rosalba Panvini, per la ricerca di idrocarburi nella zona di Buglia-Sottana, almeno due mesi fa.

All’associazione ambientalista non piace neanche l’idea dei pozzi già esistenti in c.da San Paolino, sempre dello stesso gruppo petrolifero, e non piace neanche il silenzio (forse assenso) del comune di Ragusa. L’ente pentastellato non si è ancora espresso sulla richiesta delle autorizzazioni per questioni politiche? considerato che il M5S si è sempre schierato contro le trivellazioni; o  il primo cittadino Federico Piccitto, che è ingegnere, si è reso conto che coesistono tutti i requisiti per rilasciare regolarmente le autorizzazioni e vuole tergiversare?

Alla domanda il Sindaco non ha ancora risposto.

Ma mentre la Sovrintendenza non ha posto alcun diniego, Legambiente ha presentato ricorso al Tar e, in attesa della sentenza, marciano verso l’Irminio, dove però troveranno i cancelli chiusi. La società, a nome dell’ ufficio stampa Emilio Conti, ha fatto sapere che sarà disponibile a fare visitare tutta l’area d’estrazione dell’olio greggio alle associazioni,  in una data che concorderanno le parti. Un segnale di apertura da parte dei vertici della società petrolifera che, alle proteste e ai cortei, ha preferito  il confronto.

Legambiente in un’intervista ha spiegato i termini della protesta. Alle domande hanno risposto Antonio Duchi, per il circolo di Ragusa e, congiuntamente, Giorgio Cavallo, per quello di Modica.

Qual è lo scopo della marcia, considerato che l’ Irminio è già una realtà?

La proposta di trekking “NO TRIV” nasce come protesta contro il nuovo progetto della società Irminio di trivellare nella vallata del fiume Irminio, area tutelata dal piano paesaggistico e ad alta intensità agricola e zootecnica, dopo l’autorizzazione illegittima della Soprintendenza di Ragusa, contro la quale Legambiente Sicilia ha presentato ricorso al Tar.

Ma anche per fare pressioni sul comune di Ragusa che, inspiegabilmente, non ha ancora deciso di negare la concessione edilizia per le trivellazioni come è nelle sue possibilità e per difendere le attività agricole e zootecniche, il turismo e il paesaggio.

Avete prove, anche fotografiche, che l’Irminio inquini e devasti il territorio?

Non abbiamo al momento prove dirette su quell’impianto, ci risultano però già lamentele di allevatori e coltivatori, tant’è che le stesse sigle del mondo agricolo aderiscono alla marcia. In ogni caso vi è un’inchiesta in corso per inquinamento della sorgente Paradiso a Santa Croce ad opera della trivellazione del pozzo Tresauro, in cui Irminio è compartecipe al 30% ; ed ancora altri incidenti si sono verificati nel territorio, mettendolo gravemente a rischio, quali lo sversamento di petrolio nella vallata del Tellaro, sversamento di petrolio nella vallata dell’Irminio, che per miracolo non è arrivata al fiume, la scomparsa di sorgenti di acqua potabile a seguito di trivellazioni.

Il  centro olio ha una ventina di operai ragusani che lavorano a tempo indeterminato, cosa ne sarà del loro futuro e delle loro famiglie, se i pozzi chiudono? Ve lo siete chiesti?

Cercare di mettere in contrasto ambiente e lavoro è una vecchia strategia del potere, che abbiamo già visto e rivisto in tutti questi anni: il fatto che si perseveri in questo nella nostra provincia è un segno di arretratezza culturale enorme. Non siamo contro i lavoratori, o contro il lavoro ma, come la CGIL stessa dice in un suo documento, non si può barattare il rischio ambientale con il lavoro. C’è modo di creare lavoro rispondendo alle esigenze dell’ambiente: non è obbligatorio distruggere l’ambiente per creare lavoro. Ad esempio un documento di Legambiente  dimostra che investire in efficienza energetica e in energie rinnovabili porterebbe ad un numero di occupati di gran lunga maggiore di quello garantito dalle estrazioni petrolifere. Perchè non si mette l’acceleratore su questo invece di avvantaggiare i soliti noti?

Ed inoltre si deve tener conto o no delle catastrofiche conseguenze economiche e occupazionali che se ad esempio, come parzialmente successo per la Sorgente Paradiso, un incidente inquinasse, o facesse comparire, le falde?

Quanti posti si perderebbero in agricoltura?

Quanto costerebbe ai cittadini rifornirsi di acqua potabile?

Ed ancora quanti danni si producono o si produrranno, con il proliferare di impianti di trivellazione, a tutto il settore turistico, ed in particolare a quello sostenibile naturalistico e culturale che è quello di punta?

Quanti posti di lavoro mancherebbero?

LA POSIZIONE DI CGIL E ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Legambiente ha citato un sindacato, la Cgil, e nell’invito anche la Cia Confagricoltura, come aderenti alla manifestazione.

Chiamato in causa il segretario provinciale della Cgil, Giovanni Avola, mentre è a Palermo per una riunione interna, da lui stesso convocata, per discutere dell’estrazione del petrolio, si è detto estraneo alla dichiarazione che Legambiente ha intestato alla Cgil (<<come la CGIL stessa dice in un suo documento, non si può barattare il rischio ambientale con il lavoro>>). “Noi siamo per le trivellazioni” ha sentenziato Avola. Queste dichiarazioni non sono sicuramente uscite dalla segreteria provinciale di Ragusa ma probabilmente da quella nazionale. Alcuni iscritti alla Cgil sarebbero stati ‘trascinati’ in questa lotta contro le perforazioni da Legambiente. Nel suo intervento, nel capoluogo siciliano, il segretario provinciale della Cgil di Ragusa confermerà la sua posizione pro-trivelle. I vertici provinciali di Confagricoltura, Cia, Coldiretti hanno riferito di non avere dato alcuna adesione alla marcia, come invece è scritto nel volantino di Legambiente. E’ probabile che si tratti della partecipazione di singoli agricoltori, aderenti alla categoria, che si “sono venduti a nome di tutta l’associazione”.

LA REAZIONE DELL’IRMINIO SRL

Un’amara realtà sta per essere presentata agli ambientalisti e a renderla nota è  Emilio Conti, ufficio stampa dell’Irminio Srl: un tavolo congiunto tra società petrolifera, Cia, Confagricoltura, Coldiretti, Corfilac, Comune di Ragusa, università e assessorato regionale all’Agricoltura che sancisce il matrimonio tra petrolio – ambiente e risorse agricole. Il piano di ricerca vede coinvolta l’energia prodotta dal co generatore legata ai pozzi Irminio e a vantaggio di un progetto di ricerca ad uso degli agricoltori  e degli allevatori locali. Inoltre Conti ha fatto sapere che saranno invitati tutti coloro che vogliono vedere i pozzi, in una data da stabilire congiuntamente, per mostrare  come lavorano i pozzi, nel rispetto dell’ambiente. L’Irminio intende organizzare una sorta di  ‘open day’.

Le motivazioni a favore delle perforazioni da parte della Sovrintendente Rosalba Panvini. (riproponiamo uno stralcio dell’intervista del 27 novembre 2014, pochi giorni dopo il rilascio delle autorizzazioni).

<<L’attività per la quale abbiamo espresso parere positivo non è negata nelle zone di livello 2, (Buglia- sottana, in territorio di Ragusa, area di livello 2 del piano paesaggistico ed ad oltre 500 metri di distanza dalla sponda del fiume), anche perché si tratta in questo momento di un’attività esplorativa di ricerca: fare perforazione per vedere se c’è il petrolio. Noi ci siamo espressi sull’aspetto paesaggistico, cioè se c’è un impatto con il paesaggio; l’impatto non c’è perché si tratta di strutture precarie, oggi ci sono e dopo l’esplorazione verranno tolte. Per la parte ambientale invece si è già espresso positivamente sulla fattibilità dell’opera l’assessorato Territorio ed Ambiente che ha rilasciato la VAS (valutazione ambientale strategica).

Oltretutto la legge regionale 71/78 , all’articolo 22 recita che “nelle aree verde agricole, come quella in questione, è consentita l’attività agricola, zootecnica, industriale di trasformazione delle risorse naturali” e il petrolio è risorsa naturale, motivo per cui non avremmo fatto mai un parere illegittimo nell’emissione del parere. Questa è la nostra procedura. Noi siamo sottoposti al vaglio di un controllore, che è l’assessorato, il quale potrebbe dire: “avete sbagliato” ma noi, anche in questo caso, abbiamo presentato una richiesta di parere preventivo in assessorato, il quale ha dato un sopporto positivo alla nostra procedura>>.

Se la società trova il petrolio in quella zona?

Ci vuole un’altra autorizzazione. Nella ipotesi, se ci dovesse essere il petrolio, sempre l’articolo 22 dice che è consentito l’insediamento industriale per attività zootecniche, agricole, e di trasformazione delle risorse naturali purchè non ci sia un numero di impiegati o operatori superiori a 20 persone. Nel caso in questione le persone coinvolte, ci siamo occupati anche di questo, sono 5 unità al massimo, per cui mi dica lei dove abbiamo potuto peccare!

La Sovrintendente Panvini, con questa chiosa, ha già dato una risposta a chi intende fare “ostruzionismo” e bloccare le trivellazioni e con una spiegazione chiara e corretta della procedura. Adesso il comune di Ragusa, come detto, dovrà esprimersi e viste le conclusioni della Sovrintendenza non dovrebbero esserci paletti, se non di natura politica. La società Irminio SRL, ad onor del vero, finanzia il comune con le royalties: contribuendo alla ricchezza della città. La realizzazione dei parcheggi sotto la sede della Poste Italiane, dirimpetto al comune, ne è solo un piccolo esempio.