La diciassettenne accusata di avere assassinato ad Altavilla Milicia la madre e i due fratelli, insieme al padre Giovanni Barreca e due presunti complici, avrebbe chiesto di rivedere il padre. Padre e figlia sono detenuti con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere. Lei è detenuta nel carcere minorile Malaspina dal 14 febbraio. I tre omicidi sarebbero avvenuti durante un esorcismo a cui la giovane avrebbe partecipato.

All’arrivo dei Carabinieri, chiamati da Barreca che, la ragazza dormiva e accanto a sé aveva i cellulari dei fratelli e della madre, probabilmente sottratti ai familiari perché non chiedessero aiuto. Nella stanza accanto c’erano i cadaveri dei fratelli.  Al contrario di quanto riferito in un primo momento, la 17enne non sarebbe stata affatto in stato confusionale, ma riposava nella sua stanza.

L’adolescente ha confessato il ruolo avuto nei delitti ammettendo di aver torturato insieme ai tre indagati, tutti in carcere, i familiari e di aver contribuito a seppellire in giardino i resti carbonizzati della madre. Mentre madre e fratelli morivano, poi, la 17enne avrebbe scambiato decine di messaggi con le amiche.

Una vicenda che ha dell’incredibile, difficile immaginare che possa esistere così tanta crudeltà.

La giovane si era addormentata con accanto a sé i cellulari dei fratelli e della madre, sottratti ai familiari perchè non chiedessero aiuto. Nella stanza accanto c’erano i cadaveri dei fratelli. Questo  l’ultimo drammatico particolare emerso sul questo terribile delitto commesso dalla 17enne assieme al padre Giovanni Barreca, e ai suoi complici. A farne le spese la madre della giovane, moglie del Barreca, Antonella Salamone e i due fratelli di 16 e 5 anni Kevin ed Emanuel.




L’adolescente che ha confessato il suo ruolo nei delitti ha ammesso di aver torturato insieme ai tre indagati, i familiari e di aver contribuito a seppellire in giardino i resti carbonizzati della madre. Mentre madre e fratelli morivano, poi, la 17enne avrebbe scambiato decine di messaggi con le amiche. “Rifarei tutto, dovevamo liberali dal diavolo”, ha detto ai pm che l’hanno interrogata.

La ragazzina ha confessava di sua spontanea volontà, le azioni commesse sulla madre e i fratellini, davanti ai giudici per le indagini preliminari. Spinti da motivi religiosi, padre e figlia hanno commesso un infanticidio e un matricidio “per il loro bene, perché a l’unico modo per salvarli”. Prima è stata torturata la mamma, poi picchiati e seviziati i due fratellini, fino all’omicidio di tutti e tre.

“Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti preda di un delirio mistico”, ha raccontato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che, insieme alla procuratrice dei minori Claudia Caramanna, coordina le indagini.

“Credo in dio e nei demoni”, avrebbe detto la ragazza alla pm che a quel punto ha sospeso l’interrogatorio e le ha nominato un legale d’ufficio. La ragazza ha raccontato che per liberare la casa, la madre e il fratellino minore dal diavolo per settimane, insieme a Carandente e Fina, che il padre aveva conosciuto sui social, avevano pregato. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza.