Il segretario del Pd di Ragusa, Giuseppe Calabrese e il responsabile Università Pd di Ragusa, Nanny Frasca, intervengono sulla questione universitaria in provincia attaccando destra e sinistra. Di seguito il comunicato integrale diramato dal Pd.

“Da settimane ascoltiamo soggetti politici di destra e di sinistra a vario titolo parlare di università salvata o da salvare, di risultati fallimentari o lusinghieri, di speranza o rassegnazione. Non spetta a noi dare colpe, ne meriti sulla questione, ma occorre sottolineare per far capire ai cittadini che leggono o che ascoltano i media locali, che i soci del Consorzio universitario di Ragusa sono il Comune capoluogo e la Provincia Regionale di Ragusa e chiaramente sono loro che decidono, nella buona così come nella cattiva sorte. Occorre inoltre precisare che questi due enti pubblici – da 11 degli ultimi 14 anni il Comune di Ragusa, da oltre 15 anni la Provincia Regionale di Ragusa – sono amministrati da giunte di centrodestra che hanno deciso le strategie per valorizzare e fare crescere l’università locale e gli uomini che avrebbero dovuto portarle avanti. Ad oggi possiamo chiaramente affermare che il risultato ottenuto è drammatico e non lascia spazio ad eventuali dubbi. Si è passati da qualcosa come circa 5000 iscritti di qualche anno fa ai meno di 1000 iscritti per l’anno prossimo. Nel giro di qualche anno in Provincia abbiamo perso i corsi di scienze del governo e dell’amministrazione, economia, informatica applicata, scienze infermieristiche, fisioterapia, medicina e da quest’anno aggiungiamo agraria e giurisprudenza (alcuni di questi non erano ad appannaggio del consorzio, è bene specificarlo) Eppure Dipasquale e Antoci, assieme agli uomini da loro nominati nel C.d’A. del consorzio universitario, hanno il coraggio di parlare di risultati soddisfacenti, solo perché a Ragusa da quest’anno abbiamo la sede della facoltà di lingue?!? Il danno culturale, sociale ed economico per la nostra città è enorme e pensiamo che se non parte il 4° polo, anche lingue rischia di sparire. Il nostro Comune continua da anni a finanziare il consorzio ponendo in bilancio un milione e mezzo di euro l’anno, per cui è legittimo chiedersi come mai gli stessi soldi sia quando avevamo diversi corsi e migliaia di studenti in più, sia oggi che ci apprestiamo ad avere meno di un migliaio di iscritti e solo la facoltà di lingue? A conti fatti al consorzio ogni iscritto oggi costa qualcosa come circa 5 mila euro e solo il Comune capoluogo contribuisce per circa millesettecento euro. Riguardo a Giurisprudenza e Agraria invece registriamo che oltre al danno della chiusura si sta registrando la beffa, perchè mentre ci si affanna, più sulla stampa che concretamente, per la soluzione del problema reale, la maggior parte degli studenti iscritti a Ragusa ha già preso casa a Catania, versando caparre e mesi di anticipo; anzi diversi sono già lì per preparare gli esami e per ambientarsi con lo studio nella città. In più entro il 31 agosto andava presentata, per gli studenti con più difficoltà economiche, la domanda per la borsa di studio dell’ERSU, e nel balletto mediatico “chiusura si/chiusura no” molti di loro non hanno saputo cosa mettere nella richiesta di casa dello studente a Catania, o nella richiesta di rimborso spese alloggio per i fuori sede, visto che non sapevano ancora se sono in sede (a Ragusa) o fuori sede (a Catania); vi sembra poco per decine di ragazzi avere 2000 euro l’anno in più per il rimborso dell’affitto o non pagare niente perchè rientrano nella casa dello studente? E mentre quest’estate il rettore Recca tramava e tesseva per chiudere i corsi a Ragusa, i soci di maggioranza e i vertici del Consorzio dove erano? Sia il consiglio comunale di Ragusa sia il consiglio provinciale avevano dimostrato grande senso di responsabilità nell’approvare le modifiche statutarie che aprivano la partecipazione al consorzio ai privati, anche questo dopo innumerevoli pressioni e appelli da parte dei vertici del consorzio. Anche qui soci e C.d’A. hanno dimostrato di non essere in grado di coinvolgere proprio nessuno e ad oggi non risulta una sola adesione. Il sindaco Dipasquale oggi è distratto dal suo ricollocamento politico in ambito territoriale e dimostra quale unico interesse quello di litigare all’interno del suo partito per affermare chi comanda, tralasciando l’interesse per le cose importanti, tra queste proprio l’università dimenticando comunque che i ragusani pagano un milione e mezzo di euro l’anno. Ricordate il suo impegno lo scorso anno a difesa del consorzio con le proteste catanesi? Non vorremmo pensare che lo scorso anno eravamo a ridosso delle elezioni amministrative e quindi occorreva essere visibili! Ai ragusani non interessa la collocazione politica del sindaco di Ragusa, interessa il territorio, inteso come area geografica intendiamoci, non il suo “territorio”; interessa l’università in questo caso, ed è per questo che dopo aver contribuito al fallimento formativo nella città di Ragusa con la chiusura dei corsi suddetti in questi anni di sua amministrazione con la collaborazione attiva del presidente Antoci e di tutti coloro che hanno collaborato all’interno dei Consigli di Amministrazione da loro nominati , forse è arrivato il momento di ammettere le colpe e di conseguenza dare una svolta alla gestione universitaria iniziando una battaglia vera e proponendo un progetto di università credibile che dia formazione sviluppo e ricchezza come è stato fatto con la “KORE” di Enna, che tutti criticavano all’inizio, ma che ora tutti invidiano; anziché essere utilizzata quale posto di sottogoverno al servizio della politica”.

Peppe Calabrese

Nanny Frasca