
“Siamo tutti Giovanni Falcone”: scriviamolo su facebook
- 23 Maggio 2012 - 8:17
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In occasione dei 20 anni della strage di Capaci, Nove Tv lancia una iniziativa per ricordare il giudice Falcone ASSASSINATO dalla mafia, assieme alla moglie e a 3 uomini della scorta.
Invitiamo i nostri lettori, alle ore 17:58 (ora in cui avvenne la terribile espolosione), a postare su face book la frase: Siamo tutti Giovanni Falcone.
Giovanni Falcone viene assassinato in quella che comunemente è detta strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Stava tornando, come era solito fare nei fine settimana, da Roma. Il jet di servizio partito dall’aeroporto di Ciampino intorno alle 16:45 arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di 53 minuti. Lo attendono tre Fiat Croma blindate, con un gruppo di scorta sotto il comando dell’allora capo della squadra mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera.
Appena sceso dall’aereo, Falcone si sistema alla guida della Croma bianca, ed accanto prende posto la moglie Francesca Morvillo mentre l’autista giudiziario Giuseppe Costanza va ad occupare il sedile posteriore. Nella Croma marrone c’è alla guida Vito Schifani, con accanto l’agente scelto Antonio Montinaro e sul retro Rocco Dicillo, mentre nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Al gruppo è in testa la Croma marrone, poi la Croma bianca guidata da Falcone, e in coda la Croma azzurra.
Le auto lasciano l’aeroporto imboccando l’autostrada in direzione Palermo. La situazione appare tranquilla, tanto che non vengono attivate neppure le sirene. Su una strada parallela, una macchina si affianca agli spostamenti delle tre Croma blindate, per darne segnalazione ai killer in agguato sulle alture sovrastanti il litorale; sono gli ultimi secondi prima della strage.
Otto minuti dopo, alle ore 17:58, presso il km 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo posizionata in una galleria scavata sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina. Pochissimi istanti prima della detonazione, Falcone si era accorto che le chiavi di casa erano nel mazzo assieme alle chiavi della macchina, e le aveva tolte dal cruscotto, provocando un rallentamento improvviso del mezzo. Brusca, rimasto spiazzato, preme il pulsante in anticipo, sicché l’esplosione investe in pieno solo la Croma marrone, prima auto del gruppo, scaraventandone i resti oltre la carreggiata opposta di marcia, e su fino ad una zona pianeggiante alberata; i tre agenti di scorta muoiono sul colpo.
La seconda auto, la Croma bianca guidata dal giudice, avendo rallentato, si schianta invece contro il muro di cemento e detriti improvvisamente innalzatosi per via dello scoppio. Falcone e la moglie, che non indossano le cinture di sicurezza, vengono proiettati violentemente contro il parabrezza. Falcone, che riporta ferite solo in apparenza non gravi, muore dopo il trasporto in ospedale a causa di varie emorragie interne.
Rimangono feriti gli agenti della terza auto, la Croma azzurra, che infine resiste, e si salvano miracolosamente anche un’altra ventina di persone che al momento dell’attentato si trovano a transitare con le proprie autovetture sul luogo dell’eccidio.
La detonazione provoca un’esplosione immane ed una voragine enorme sulla strada. In un clima irreale e di iniziale disorientamento, altri automobilisti ed abitanti dalle villette vicine danno l’allarme alle autorità e prestano i primi soccorsi tra la strada sventrata ed una coltre di polvere.
Venti minuti dopo circa, Giovanni Falcone viene trasportato sotto stretta scorta di un corteo di vetture e di un elicottero dell’Arma dei Carabinieri presso l’ospedale Civico di Palermo. Gli altri agenti e i civili coinvolti vengono anch’essi trasportati in ospedale mentre la Polizia Scientifica esegue i primi rilievi ed i Vigili del Fuoco espletano il triste compito di estrarre i cadaveri irriconoscibili di Schifani, Montinaro e Di Cillo.
Intanto i media iniziano a diffondere la notizia di un attentato a Palermo, ed il nome del giudice Falcone trova via via conferma. L’Italia intera, sgomenta, trattiene il fiato per la sorte delle vittime con tensione sempre più viva e contrastante, sinché alle 19:05, ad un’ora e sette minuti dall’attentato, Giovanni Falcone muore dopo alcuni disperati tentativi di rianimazione, a causa della gravità del trauma cranico e delle lesioni interne. Francesca Morvillo morirà anch’essa, intorno alle 22.
Fonte wikipedia
Marianna Palmeri
salve, allora avevo solo 30 anni.. vivevo a Termini Imerese.. la stragia del Magistrato mi ha segnata per il resto dellamia vita.. oggi ho 50 anni e vivo a Milano.. come incredibile rivivere l’angoscia.. le mani che ti tremano il cuore che ti batte a 300 all’ora… forse ero troppo giovane per capire che ci sono persone che si sono sacrificati per me.. per sete di giustizia.. la bave che colava dalla bocca del magistrato e della scorta ansi il sangue e l’odore dei corpi carbonizzati.. erano l’essenza spara per una patria migliore e corretta..
a strgia lo vissuta diciamo in seconda persona.. ero l’amica di uno della scorta mi posso considerare onorata… perchè come lo sapete loro avevano amicizia scelte.. sicuri della fiducia data.. tutti abbiamo pagato un prezzo altissimo.. oggi sono fiera di me e mi comporto sempre con onesta e cammino testa alta.. con modestia.. anch’io penso che morirei per onesta.. mi va bene cosi.. lascerò a mio figlio un eredità straordinaria.. non fare ad alri.. quello che non vorresti che sia fatto a te.. ama il tuo proassimo come te stesso.
dedico a tutti questo messaggio dal profondo del mio cuore.. ce sempre il tempo per il perdono…
Mariannna
Marianna Palmeri
Marianna Palmeri scrive:
23 maggio 2012 alle 19:36
salve, allora avevo solo 30 anni.. vivevo a Termini Imerese.. la stragia del Magistrato mi ha segnata per il resto della mia vita.. oggi ho 50 anni e vivo a Milano.. come incredibile rivivere l’angoscia.. le mani che ti tremano il cuore che ti batte a 300 all’ora… forse ero troppo giovane per capire che ci sono persone che si sono sacrificati per me.. per sete di giustizia.. la bava che colava dalla bocca del magistrato e della scorta ansi il sangue e l’odore dei corpi carbonizzati.. erano l’essenza sparsa per una patria migliore e corretta..
la stragia.. lo vissuta diciamo in seconda persona.. ero l’amica di uno della scorta mi posso considerare onorata… perchè come lo sapete loro avevano amicizia scelte.. sicuri della fiducia data.. tutti abbiamo pagato un prezzo altissimo.. oggi sono fiera di me e mi comporto sempre con onesta.. cammino testa alta.. con modestia.. anch’io penso che morirei per onesta.. mi va bene cosi.. lascerò a mio figlio un eredità straordinaria.. non fare ad alri.. quello che non vorresti che sia fatto a te.. ama il tuo prossimotuo come te stesso.
Dedico a tutti questo messaggio dal profondo del mio cuore.. ce sempre il tempo per il perdono…
Mariannna