Il blocco degli autotrasportatori, attuato prima in Sicilia e poi nel resto d’Italia, è costato all’agricoltura e alla zootecnia siciliana 70 milioni di euro.

A dirlo è la Cia in una nota che porta la firma del presidente regionale Carmelo Gurrieri; la nota è circostanziata e individua nell’ortofrutta il comparto che più ha sofferto del blocco con danni per 40 milioni per gli ortaggi (pomodori, zucchine, peperoni, melanzana, etc.), 15 milioni per le arance, 5 milioni per i limoni, 3 milioni per i carciofi.

Il danno economico ha numerose sfaccettature: la marcescenza del prodotto ela relativa distruzione per la perdita della qualità commerciale; poi, alla ripresa dei trasporti, si è registrata la riduzione dei prezzi all’origine (-30/ 40 per cento) per eccesso di offerta.

Il fermo ha provocato anche riduzione della qualità organolettica per l’eccessiva maturazione a cui è seguito il deprezzamento della merce. C’è stata poi la cascola degli agrumi che non sono stati raccolti e, nel caso dei carciofi, la sfioritura.

Ai danni immediatamente quantificabili si aggiunge la perdita dei contratti di fornitura con la Distribuzione Organizzata che ha continuato a rifornirsi all’estero, soprattutto in Spagna.

Per quanto riguarda il comparto lattiero-caseario, la stima dei danni ammonterebbe a circa 5 milioni di euro per il mancato conferimento alle industrie di trasformazione di oltre 600 mila litri di latte e per la mancata distribuzione dei prodotti caseari freschi (ricotta, provole, formaggi freschi).

Si tratta di un danno economico di notevole entità che – dichiara il Presidente Gurrieri – ha certamente aumentato le già enormi difficoltà delle le aziende agricole dell’Isola”. E continua: ”Questa mazzata al reddito degli agricoltori è addirittura più pesante della stessa manovra che il Governo Monti ha imposto al settore agricolo; per questo la CIA siciliana chiede con determinazione al governo regionale e al governo nazionale un intervento risarcitorio nei confronti delle aziende agricole pesantemente danneggiate dal fermo, ma anche la revisione dei contenuti della manovra fiscale per ridurre i costi di produzione a partire da quello energetico e sostenere il rilancio dell’agricoltura che è l’ unico vero volano per la ripresa produttiva della regione”.