MICHELE PALAZZOTTO SINDACALISTASono pronti 30 pullman che partiranno da tutte le province. “Oggi sarà una bella giornata di lotta”.

Cgil e Uil sono pronti a scendere in piazza contro la Finanziaria regionale. Gli unici due sindacati che non hanno “abbassato la testa” davanti al patto di Crocetta. Lo sciopero generale, come già anticipato, ci sarà. La partenza alle 9.30 da piazza Marina fino alla presidenza della Regione, Palazzo d’Orleans.  Michele Palazzotto, segretario regionale delle Funzione Pubblica Cgil, ha spiegato in un’intervista, i nodi che non sono stati sciolti e un possibile futuro accordo con il governo Crocetta. “Non con un commissario”.

Palazzotto, avete deciso di non revocare lo sciopero, insieme con la Uil protesterete contro la riforma “Baccei”. Perché non avete cambiato posizione davanti al protocollo d’intesa presentato dal governatore e sottoscritto dagli altri rappresentanti sindacali?

Noi mercoledì sera non abbiamo firmato il protocollo e stamattina abbiamo incontrato gli organismi dirigenti;  abbiamo valutato che quel protocollo è fumoso, non c’è niente, era solo un tentativo per scongiurare lo sciopero. Quindi ribandiamo tutte le ragioni della nostra protesta e domani saremo in piazza per protestare contro questo governo regionale che vuole fare tagli lineari e non vuole riformare la regione.

 Crocetta però ha mostrato un’apertura nei confronti dei sindacati, garantendo anche l’opportunità di firmare l’accordo con L’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), non vi è bastato?

Noi rispettiamo e abbiamo valutato positivamente l’apertura del governatore Crocetta ma è un’apertura molto  limitata  dal commissario, lo chiamo così, l’assessore Baccei, che ha ribadito che i temi della Finanziaria non si toccano e c’è una disponibilità  a discutere di alcuni istituti contrattuali che noi non vogliamo neanche discutere all’Aran; perché sono istituti di cui noi chiediamo l’adeguamento alla normativa nazionale: non c’è bisogno di aprire discussioni.  Siamo per la riduzione dei permessi sindacali, e non c’ bisogno di aprire il tavolo all’Aran;  per l’equiparazione delle malattie  e dell’aspettative per motivi famigliari, come prevede la normativa nazionale;  sui “privilegi”  non c’è bisogno di aprire una trattativa. Bisogna aprire un tavolo di trattative sui diritti reali dei lavoratori: il diritto  lo stipendio ed  il diritto ad una pensione dignitosa, e questa non c’è.

E non ci sarà neanche dopo lo sciopero?

La riforma, il taglio del Pubblico Impiego,  è una goccia nell’oceano: si risparmierebbero attorno a 100milioni di euro,  quando ne servono 3miliardi. Ma è una scalpo che bisogna portare a Roma. Noi siamo contro gli scalpi . Porti qualcos’altro a Roma. Lui a Roma deve portare la chiusura degli enti inutili, da sempre fanno annunci che devono chiudere e non chiudono, la chiusura delle Partecipare, la riduzione degli uffici di gabinetti e una pentola di dirigenti che non servono e costano poco più poche decine  lavoratori che vengono licenziati. Deve portare a Roma i veri sprechi non la carne dei lavoratori.

I sindacati dopo lo sciopero cosa faranno?

Noi chiederemo a Crocetta di sedersi attorno ad un tavolo per aprire una trattativa, con una scadenza temporale ben precisa, sui reali problemi.

Viviana Sammito