“Nei giorni scorsi il medicane Helios ha funestato la Sicilia orientale e tutti abbiamo temuto i danni che la tempesta avrebbe potuto provocare al territorio, alle attività produttive, ai monumenti” così interviene Alessia Gambuzza, presidente di Legambiente Scicli Kiafura.

“Giovedì sera fa capolino sui social una foto sbiadita di Fornace Penna schermata da un vetro bagnato di pioggia, ritratta da una prospettiva che non lascia vedere la ciminiera. Dai social ad alcuni giornali on line, è un attimo – scrive ancora Gambuzza -. “Crolla la Fornace di Punta Pisciotto”. La notizia, ancorchè imprecisa, arriva sulle testate nazionali che titolano “Crolla la Mannara di Montalbano”.

Comunque sia, al mattino dell’11 febbraio, arrivano le foto ufficiali dei Vigili urbani di Scicli, le quali mostrano chiaramente che la Fornace è tutta li. Si, qualche pietra è crollata, inevitabile, ma resiste e ci implora, ancora una volta, di fare presto. E presto si può fare, basta volerlo. Basta che la politica si attivi. Il clima cambia rapidamente, è ormai compreso da tutti. La programmazione del Governo ne tiene conto e il Piano Nazionale di Adattamento alla Crisi Climatica (PNACC) per questo prevede uno specifico capitolo per i danni ai beni culturali causati dalla crisi climatica. In particolare si fa riferimento specifico anche al patrimonio culturale collocato sulle coste italiane. Chiediamo alla Regione Sicilia di non perdere più tempo e di attivare tutte le misure rapide e necessarie per mettere in sicurezza e preservare il Bene.




Ricordiamo – afferma ancora Alessia Gambuzza – che Legambiente Scicli Kiafura dal 2017, aveva avviato una interlocuzione con il compianto Sovrintendente ai Beni Culturali di Ragusa Architetto Calogero Rizzuto, sempre con l’obiettivo di accelerare i tempi di un intervento.  Contestualmente, con il supporto di Legambiente nazionale avevamo consegnato al ministro Franceschini un appello nel quale si mettevano in evidenza le ragioni per agire con la massima tempestività.

Dobbiamo anche ricordare che il 6 maggio 2016 la Fornace venne sequestrata, con ventuno indagati per i reati di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico ed artistico nazionale e per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, ma il tutto rimase senza seguito. Le passerelle dei politici, che annunciavano fondi per interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, sono rimaste vuote e silenziose.

La Regione Siciliana poi, manifestando interesse all’acquisizione, non ha affrontato la questione dei tempi lunghi degli espropri, anche perché il numero elevato di proprietari non collima con l’urgenza della messa in sicurezza del Bene.

Legambiente Scicli Kiafura ha più volte sostenuto in qualsiasi sede e per iscritto che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio consente di intervenire in tutti quei casi di urgenza nei quali non si ottiene la collaborazione della proprietà, in quanto conferisce al Soprintendente il potere di adottare senza indugio le misure necessarie alla conservazione del bene. È ancora quella la strada da percorrere e l’obiettivo potrà essere raggiunto se la società civile e le amministrazioni sapranno e vorranno collaborare.

Forse – così conclude Alessia Gambuzza – è davvero l’ultima volta che Fornace Penna fa sentire il suo grido di dolore. Ascoltiamolo”.