“The Human Show” di Maggie S. Lorelli (Castelvecchi Editore) è lo specchio fedele e inquietante della realtà sociale di oggi.

Una profonda metamorfosi da tempo è in atto: gli uomini e le donne in esseri virtuali che calibrano i tempi della loro vita con la connessione alla rete per buona parte delle giornate. Cosa accade nei fatti? Una profonda modifica del pensiero e delle nostre modalità di comportamento, con conseguenze ineluttabili nelle relazioni umane. Così si procreano nuovi protagonisti come gli influencer, i like, i follower e tutto quell’armamentario di consenso che si crea attorno ad un virtuale che in quanto tale sfugge ai crismi del reale e ci allontana dalla vita vera del quotidiano.

Qual’ è la conseguenza? Un modello educativo pericoloso che si destreggia tra falsi profili di naviganti del web senza scrupoli che promettono ogni cosa, il mancato controllo, difficile e improbabile, delle famiglie sulla condotta dei figli. Un mondo fatto di vuoto e che si ritiene possa essere vero!

Secondo Umberto Eco «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli»

Il concetto in “The Huma Show” è portato ai confini dell’assurdo descrivendoci anche una storia d’amore tra Filippo e Marya che vivono mondi opposti: uno quello degli umani che vivono in città abbandonate e violente, l’altra un pianeta di falsi che vivono nella dimensione del non esistente. L’amore e la bellezza guariranno questo mondo?

Su questo e su altri temi dialogheranno l’autrice di “The Human Show” Maggie S. Lorelli e il critico letterario Peppe Pitrolo domenica 28 agosto alle ore 19.00 nell’ambito di “Autori & Libri, conversando a Sampieri” al Pata Pata.

Continua riscuotendo sempre più attenzione “Autori & Libri”, conversando a Sampieri, a pochissimi metri dal mare.

Lo scorso 24 agosto era stato presentato “La Coppa più bella del mondo” di Maurizio Crosetti e Dino Zoff (edizioni Baldini & Castoldi). Sapevamo già molto di quella irripetibile notte dell’11 luglio del 1982 quando salimmo sul tetto del calcio del mondo ma non tutto malgrado folgorati da una forza e una passione tutta italiana. Maurizio Crosetti sollecitato dalle domande del giornalista sportivo Umberto Teghini ( Dino Zoff non poteva essere presente ma lo è stato in un’intervista al giornalista di Repubblica di quindici minuti proiettata in coda al dibattito) ha sottolineato come quella Coppa del Mondo, la terza, non ha avuto uguali nel palmares della nazionale italiana essendo stata costruita pazientemente pezzo su pezzo eliminando squadroni come il Brasile e l’Argentina delle star del pallone e poi la Polonia e poi la finalissima contro una Germania piegata e in ginocchio al cospetto della supremazia tecnica agonistica dell’undici fantastico di Bearzot di cui ancora oggi ci ricordiamo i nomi, le loro storie e il loro destino. Per quelli di oggi, chissà ?




Quel mondiale stravinto con la passione e l’entusiasmo del primo tifoso d’Italia, il presidentissimo Sandro Pertini, eccitatissimo sugli spalti del Santiago Bernabeu che contaminò gli italiani superando lo schermo ci ha regalato anche uno spaccato di vita che non è stato solo della nazionale ma anche il nostro stringendoci e manifestando nelle piazze avvolti anche idealmente al nostro tricolore.

Zoff, capitano per esempio e autorevolezza, festeggiò, ci ha raccontato Crosetti, quel momento epocale e quindi unico come un composto friulano sa fare.

Subito dopo quella partita mangiò in compagnia di un altro grande uomo e calciatore, Gaetano Scirea, una bistecca e bevve in buona saluta un bicchiere di rosso.

Poi andarono in camera, mentre  tutti gli altri festeggiavano nei ritrovi madrileni alla moda, si adagiarono ognuno nel proprio letto e accesero una sigaretta, senza mai scambiarsi una parola. Non ce n’era di bisogno. Sul tetto del calcio del mondo solo i pensieri sanno dare le gioie che contano.