di Carmelo Riccotti La Rocca

Non sopportava l’idea che quel matrimonio potesse finire. Per questo motivo Simone Cosentino, poliziotto di 42 anni, ha preso la pistola d’ordinanza e ha sparato diversi colpi contro la moglie, Alice Bredice di 33 anni, che in quel momento dormiva beatamente nella sua camera da letto. Dopo Simone ha puntato la Pistola contro se stesso e si è suicidato. Accanto le due figliolette di 6 e 8 anni che dormivano e poi hanno dovuto assistere ad una scena che nessun bambino dovrebbe vedere: i corpi dei due genitori che giacevano per terra riversi in una pozza di sangue.

Simone e Alice vivevano in una villetta di contrada Zaccaria, nella strada tra Marina di Ragusa e Ragusa, sembrava una coppia felice, così la raccontano amici e parenti, ma da qualche giorno Simone covava dentro un malessere che lo ha portato a compiere l’assurdo gesto.

Ad un amico in palestra aveva detto che Alice lo aveva lasciato e lui quella separazione non la poteva sopportare. Quello di Simone non è stato un raptus, ma l’assistente capo della Polizia di Stato, in servizio presso la Questura di Ragusa, ha premeditato il tutto, con la telefonata fatta qualche ora prima alla madre per chiederle di prendersi cura delle bambine, poi l’ultimo post su Facebook: ti ho dato tutta la mia vita, ti amo.

Due giovani vite spezzate e due piccole che saranno segnate per sempre da questo folle gesto che nessuno, stando a quanto affermato da amici e parenti, poteva prevedere.

Tutti descrivono Simone come una persona estremamente equilibrata, ragionevole, ma da un po’ di tempo l’uomo evidentemente covava questo malessere che nessuno ha saputo cogliere.




Denunciare ai minimi segnali

Se non ti posso avere io, nessun altro ti avrà. Tu appartieni a me e a nessun altro. È per questa assurda convinzione che un essere umano possa appartenere ad un altro essere umano che si è consumato l’ultimo, ennesimo, femminicidio. Sui social tanto amore e complicità, ma cosa accadeva tra le mura di casa nessuno lo sa davvero. In uno degli ultimi post pubblicati da Alice il 27 aprile la foto di una famiglia felice, unita e in altre foto ancora i commenti di Simone a ricordare quanto la amasse. E poi c’è quella foto di qualche anno fa che ritrae Alce, Simone e le due bimbe e la scritta no alla violenza sulle donne con alice testimonial inconsapevole di una battaglia che la vedrà cadere tra le vittime.

Negli ultimi tempi le foto che li ritraevano insieme si erano fatte sempre meno, segno che qualcosa nella coppia si era rotto, ed erano forse mesi che Alice aveva deciso di lasciare il marito conosciuto in Piemonte e sposato 8 anni fa. Molto probabilmente voleva fare in modo che quella separazione fosse il meno dolorosa possibile, soprattutto per le figlie, ancora troppo piccole per capire. Il fatto è che oggi  ci troviamo ancora a parlare di femminicidio, il secondo a Ragusa nel giro di pochi mesi.

La città è ancora scossa dai fatti dell’ottobre scorso con il terribile omicidio di Maria Zarba uccisa dal marito che aveva lasciato. Maria, Alice, Loredana, sono solo tre nomi di un elenco interminabile di vittime della violenza sulle donne. Sono centinaia i casi ogni anno, donne uccise da chi ha giurato loro amore eterno. E oggi forse la risposta a questo massacro deve arrivare proprio dalle donne, dalla capacità di percepire subito i segnali e denunciare il prima possibile e non aspettare un cambiamento che nella stragrande maggioranza dei casi non ci sarà mai.