Con fondi del Programma Operativo Complementare la regione Siciliana ha iniziato interventi di pulizia straordinaria del fiume Irminio e del torrente Ciaramite.

“Ma invece di rimuovere il materiale estraneo all’ambiente fluviale, quali i rifiuti, in maniera selettiva ha  effettuato lavori in alveo tramite ruspe”. Lo afferma in una nota Legambiente.

Il tratto interessato ricade all’interno del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ITA080002 che presenta specie animali e vegetali di alto interesse conservazionistico.

Il fondale del fiume Irminio risulta spianato, con il materiale litoide distribuito ai lati per creare argini. Il corso d’acqua si presenta alterato. Inoltre è stata quasi completamente asportata la vegetazione riparia. Analoga situazione – sempre Legambiente – si nota nel tratto terminale del torrente Ciaramite: infatti anche per esso il fondale risulta spianato ed il materiale litoide posto ai lati. Tale attività hanno alterato significativamente il paesaggio, tipico delle vallate iblee, essendo tra l’altro il tratto dell’Irminio in questione probabilmente quello che ha mantenuto le migliori caratteristiche di naturalità di tutto il corso d’acqua. Tali lavori – si legge ancora nella nota stampa di Legambiente – avranno conseguenze fortemente negative sull’ecosistema e sui servizi ad esso erogati, oltre che, ovviamente sulla fauna presente.

L’asportazione della vegetazione riparia comporterà la mancanza di ombreggiatura e quindi un’alterazione della temperatura delle acque, nonché un maggior rischio di alterazione della qualità delle stesse a causa della mancanza dell’effetto filtro  svolto dalla vegetazione stessa.

L’alterazione del corso d’acqua inficierà il potere autodepurante del fiume, la trasparenza delle acque nonché la biologia delle specie acquatiche.

Forti dubbi inoltre risultano anche sull’obiettivo esplicitato di questi lavori, e cioè la ‘messa in sicurezza’ del fiume . Gli interventi effettuati ( mitigazione del rischio idrogeologico ) possano essere addirittura controproducenti. Infatti, per quello che ci consta, la rimozione dell’ostacolo costituito dalla vegetazione ripariale ha paradossalmente l’effetto di aumentare velocità di deflusso, aumentando di conseguenza il picco di portata nei tratti di valle. Inoltre – si legge ancora – l’assenza di vegetazione favorisce l’erosione del letto del corso d’acqua aumentando di conseguenza il trasporto solido. Entrambi i  fattori rischiano di determinare un significativo aumento del rischio alluvionale, per cose e persone, nei tratti a valle dell’intervento.

I lavori hanno interessato un’area di massima tutela del Piano Paesaggistico, livello 3, dove  non è consentito effettuare movimenti di terra che trasformino i caratteri morfologici e paesaggistici. Inoltre non sono compatibili con le esigenze di tutela paesaggistica quegli interventi comportanti variazione della morfologia delle sponde suscettibili di alterare il regime idraulico, l’equilibrio idrogeologico, il quadro paesaggistico-ambientale eccetto che per motivi legati ad attività di recupero ambientale o manutenzione delle fasce spondali. Legambiente ha .presentato un esposto per gli eventuali accertamenti che la  Procura della repubblica di Ragusa riterrà di effettuare al fine di verificare se nelle procedure di rilascio dei pareri e/o nell’esecuzione dei lavori si ravvisino violazioni di legge. Si chiede inoltre – si legge infine nel comunicato stampa –  l’immediata sospensione dei lavori, al fine di salvaguardare l’ambiente ed il paesaggio”.