scafista arrestatoQuesta volta tra gli scafisti c’è anche un libico, RAMI Mouhamed Ali nato a Madhia (Tunisia) il 15.11.1992 e EL SHAWH Mohamed Adnen nato in Libia il 28/08/1981°.

Entrambi sono stati fermati in quanto a loro carico sono emersi gravi indizi di colpevolezza per il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante. I fermati sono ritenuti essere responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia di 273 migranti eludendo i controlli di frontiera e mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri provenienti dalla Siria, Tunisia, Marocco, Pakistan, Bangladesh e Palestina, molti dei quali minori anche neonati.

I FATTI

sbarco controlliAlle ore 08,55 del 15/09/2014 la nave norvegese “BOURBON ORCA” su disposizione dell’MRCC ROMA individuava un battello carico migranti. Alle successive ore 12,26 l’MRCC ordinava di caricare a bordo i migranti. Le operazioni di trasbordo terminavano alle ore 13,15. Successivamente la nave si dirigeva verso la Sicilia e alle ore 21,45 l’MRCC di ROMA ordinava alla nave di procedere verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 16,00 del 16/09/2014 dove iniziavano le operazioni di sbarco dei migranti. Le operazioni di sbarco terminavano alle ore 21,00 successive. Dal natante sbarcano complessivamente 275 persone provenienti da Siria, Tunisia, Marocco, Pakistan, Bangladesh e Palestina che venivano ospitati presso il C.P.A. di Comiso (RG)

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Completate le fasi di assistenza in banchina, tutti i migranti venivano fatti salire a bordo dei pullman per il trasferimento presso il C.P.A. di c.da Cifali a Ragusa.

Una volta giunti al centro i migranti venivano sottoposti alle procedure di identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura e della Polizia Scientifica.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

La Polizia di Stato ha predisposto già il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica per la gestione di eventuali flussi migratori in arrivo.

LE INDAGINI

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), collaborati da un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Ragusa e da un’aliquota della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo, da martedì sera in poi non hanno dormito un solo minuto per riuscire a scovare tra le centinaia di persone sbarcate gli scafisti.

Il duro lavoro ha premiato gli investigatori che ieri sera, dopo 24 ore di intenso lavoro, hanno individuato i due scafisti, uno dei quali libico, elemento d’indagine diverso da tutte le altre attività fino ad ora condotte.

Anche in questo caso le testimonianze sono state preziose, ci sono volute ore ma alla fine i testimoni hanno aiutato gli investigatori.

Un gruppo di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria una volta individuati gli scafisti hanno iniziato ad interrogarli e facendoli cadere in contraddizione più volte sono riusciti a farne confessare uno che ha ammesso parziali responsabilità durante l’interrogatorio in presenza dell’avvocato.

Come sempre le dichiarazioni dei testimoni sono durissime anche da mettere nero su bianco, i racconti di armi, violenze fisiche gratuite, insulti continui, ma tra una lacrima di disperazione che scende sul viso del testimone ed una pacca sulla spalla o un abbraccio si riesce a concludere l’attività di stesura del verbale.

Tutti i migranti anche in questo caso sono stati fatti permanere all’interno di un capannone e li tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici; poco prima della partenza gli è stata richiesta la somma di 1.000 $ e solo dopo aver pagato, gli organizzatori consegnavano un tagliando numerato progressivamente che avrebbe consentito loro di salire a bordo, in pratica una carta d’imbarco.

Anche questa volta uno degli scafisti ha tentato di nascondere il denaro ma è stato rinvenuto all’intero della fodera dei pantaloni debitamente modificati per creare una tasca invisibile.

2.000 euro il compenso per lo scafista ed il denaro è stato sequestrato e depositato in un conto corrente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Dalla perquisizione personale a carico dei due scafisti è susseguita un’attività d’indagine sul telefono cellulare del giovane libico e con grande sorpresa sono state addirittura trovate delle immagini che lo ritraevano tra i migranti in un capannone mentre svolgeva la sua attività di vigilanza.

È la prima volta che viene fermato un libico che dalla fase preparatoria del viaggio all’interno dei capannoni passa alla fase esecutiva della traversata in mare.

La professionalità degli uomini che hanno svolto le indagini di Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta gli autori del traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti libici ad eccezione del secondo scafista fermato tunisino.

Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 1.000 dollari a passeggero adulto, per un totale di oltre 270.000 dollari.

LA CATTURA

 Le indagini condotte dagli investigatori durate 24 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato i due scafisti del peschereccio che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

 BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 123 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.