“Che senso ha riaprire al traffico via Roma, anche se utilizzando il sistema della Ztl, così come accade in parte nell’altro centro storico della città, vanificando quello che è stato ideato, pensato e realizzato come un luogo da rendere tabù per le auto e per tutti i mezzi a motore? Cioè, mentre in tutta Italia, per non parlare del resto d’Europa, si fa a gara per trovare le misure che consentano di liberare i centri storici dalle auto, noi che facciamo? Ci muoviamo in una direzione esattamente opposta?”.

Sono queste le parole del capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Ragusa, Mario Chiavola, che interviene sulla questione, dopo che nei giorni scorsi, stando alle parole di Chiavola, il sindaco Cassì avrebbe ventilato l’idea di riaprire al traffico via Roma, per combattere la crisi che ha portato alla chiusura di alcuni Bar.

“Scelta più sbagliata, seppur con tutti gli accorgimenti del caso – continua Chiavola – non potrebbe esserci. Sarebbe un clamoroso ritorno all’indietro che non sappiamo a chi potrebbe tornare utile. Un altro discorso, invece, è quello legato alla desertificazione di via Roma e del centro storico superiore di Ragusa, almeno in alcune zone, che riteniamo non debba essere risolto eliminando la pedonalizzazione. I motivi, secondo noi, sono altri. E devono essere ricercati nella mancanza di investimenti adeguati, nell’assenza di politiche specifiche tese ad attirare e a fidelizzare la clientela. Del progetto originario che fu portato avanti con la pedonalizzazione di via Roma, che prevedeva la creazione di un centro commerciale naturale, nulla è stato realizzato. E adesso, per di più, si vorrebbe fare in modo di dimenticare quel passato e di cancellare tutto con un colpo di spugna.

Come Pd riteniamo che ci si debba confrontare con tutte le parti sane e vivaci della città. Non si può prendere una decisione del genere a cuor leggero senza analizzare quali sono le reali cause di questa desertificazione. Gli interventi che andrebbero effettuati vanno in tutt’altra direzione e non certo nella riapertura al traffico di quello che un tempo era menato a vanto di tutta la provincia e che non a caso veniva definito il salotto buono della città”.