“Della storia di Giovanni Spampinato mi sono sempre rimaste impresse due cose.

La prima sono i titoli dei giornali all’indomani del suo omicidio, tutti abbastanza simili: “Assassinato perché cercava la verità”. In quelle poche parole è condensato il dramma e il merito di Spampinato. La seconda è contenuta sulla lapide: Ragusa, 6 novembre 1946 – Ragusa, 27 ottobre 1972. Neanche ventisei anni. Ma questa non è solo la storia di un bravo e giovane giornalista.

Mafia, terrorismo golpista, traffico di opere d’arte: nella vicenda Spampinato ci sono tracce di una Ragusa a cui non siamo abituati e che troppo in fretta è stata nascosta sotto al tappeto. Auspico allora che questa targa dedicata a Giovanni Spampinato non sia solo un ricordo, ma declini nel presente la sua attenzione a non fermarsi alla superficie delle cose. L’attenzione dei cittadini onesti, la voglia di comprendere meglio, è la prima forma di difesa contro ogni criminalità, contro ogni diffidenza. Nel luogo dove fu ucciso, da oggi e ogni giorno in avanti, Ragusa omaggia finalmente questo ragazzo, con cui da quasi 50 anni avevamo un debito di memoria”.

È questo il pensiero espresso dal sindaco Peppe Cassì in occasione della cerimonia, svoltasi nel pomeriggio di ieri, di scopertura della lapide in ricordo del giovane giornalista ragusano Giovanni Spampinato, ucciso il 27 ottobre del 1972, che il Comune ha collocato in via G. Di Vittorio, luogo che fu teatro dell’assassinio. L’Amministrazione comunale di Ragusa, infatti,  accogliendo la richiesta di onorare la memoria di Spampinato presentata dal referente del movimento culturale-politico M24A Equità Territoriale, dott. Sebastiano La Mesa e da Salvatore, fratello del giovane giornalista ucciso, ha organizzato la cerimonia alla quale sono intervenute le massime istituzioni cittadine.