Il prossimo weekend, nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, torna l’ora solare: questo significa che dovremo portare indietro di un’ora le lancette dell’orologio. Non una buona notizia, almeno quest’anno: significa che dovremo consumare più energia. Anche per questo l’Unione europea si è espressa in materia, lasciando libertà agli Stati di valutare l’adozione di una sola tipologia di orario, solare o legale.

Adottare l’ora legale comporta alcuni vantaggi, soprattutto energetici, che non si possono trascurare: gli ultimi dati raccolti risalgono al 2020 ma i numeri dicono che grazie all’ora legale (giornate più lunghe, perciò più luce) il risparmio è stato di circa 400 milioni di kWh di energia, il consumo medio annuo di elettricità di circa 150mila famiglie.

Da non trascurare i benefici ambientali: 250mila tonnellate di CO2 in meno nell’atmosfera.

Nel 2019 il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che abolisce il passaggio annuale tra ora solare e ora legale, rinviando ai singoli Stati la scelta di uno o l’altro orario lungo tutto l’anno. In teoria, le nuove regole sarebbero dovute entrare in vigore dal 2021 ma, a causa della pandemia, la situazione resta bloccata tra Consiglio europeo e Commissione europea.