negozio castelliNon cala l’attenzione verso la nascita del Centro Accoglienza a Scicli.

In merito al recente dibattito instaurato sull’opportunità di realizzare un centro di accoglienza per extra-comunitari in Corso Mazzini, le associazioni ’PRO.SVI” , ‘’Crescere Scicli’’ ed ‘’Ainlu kat”, intendono sottoporre alcune osservazioni di carattere generale: “Premesso che negli ultimi anni con profondo rammarico dobbiamo constatare il crescente venir meno da parte della pubblica amministrazione, delle forze dell’ordine e della cittadinanza stessa, dell’esercizio del controllo sul territorio, con tutti i disagi che ne conseguono per la popolazione in termini di qualità della vita e premesso che essendo stati a nostra volta un popolo di emigranti che non ha dimenticato la propria storia e che ben conosce la profonda lacerazione che segna un individuo costretto a dover abbandonare la propria terra ed i propri affetti per una questione di sopravvivenza, ci corre comunque l’obbligo – scrivono le tre associazioni – di evidenziare alcuni punti in merito alla logistica del centro di accoglienza in questione.

In particolare la location, su Corso Mazzini, che appartiene al centro storico della città, dove si è sviluppato un flusso turistico non indifferente e dove si stanno concentrando numerose attività commerciali di profilo medio alto, tant’è che la Regione con decreto assessoriale lo ha scelto per realizzarvi il ‘’ Centro Commerciale naturale ‘’ .

Quindi senza nulla voler togliere alla meritoria attività di accoglienza che la Chiesa Metodista vuole lanciare, – scrivono ancora ‘’Pro.Svi’’ ‘Crescere Scicli‘’ ‘’ Ainlu kat ‘ – si chiede di considerare l’idea di spostare questo tipo di iniziative presso aree opportunamente studiate e scelte,  premesso che come già sottolineato precedentemente la Pubblica Amministrazione abbia le risorse economiche ed umane per effettuare un rigoroso controllo del territorio .

In fondo se uno volesse fare un’analogia , aprire un centro di accoglienza su Corso Mazzini equivarrebbe a mettere un centro di raccolta per extra – comunitari nel bel mezzo di via del Corso a Roma .

Guardandola sotto questo profilo forse è immediatamente visibile la ricaduta negativa che si scatenerebbe su tutto il centro storico , in termini di immagine, di sanità, ordine pubblico e quant’altro .

La presenza di 30 – 40 extra-comunitari comporta un impegno non solo finanziario per la comunità ospitante, poiché implica sforzi su più fronti, soprattutto considerando che queste persone sono facili vittime di interessi deviati e vanno tutelate .

Come è già noto nel centro storico è già esistente un’alta concentrazione di extra – comunitari che con i loro comportamenti, purtroppo stanno già arrecando disagi alla collettività anche nella fruizione di spazi pubblici è ancora più importante evitare l’incremento di situazioni che possano essere dei moltiplicatori di rischi.

Per quanto sopra detto , quindi si invitano il Signor Prefetto e il Signor Sindaco di fare un’approfondita valutazione sulla sostenibilità generale di un’attività di tale tipo specie nel centro storico, con lo scopo di prevenire situazioni di ulteriore disagio collettivo”.

Intanto Nova Lex ha inviato alla stampa un nuovo documento dove cerca di far emergere i numeri del no al progetto della Chiesa metodista.

Pur se i cittadini  – scrive Nova Lex – con una possente raccolta di oltre 1200 firme hanno dichiarato di non essere d’accordo con una localizzazione nel centro storico, pur se un sondaggio on line di Novetv ha contato il 70% di cittadini contro, la Chiesa metodista è andata avanti.

Il rischio di disordini sociali è forte. Quaranta immigrati – ma certamente di più da qui a poco – sono un fattore destabilizzante per la nostra piccola Società, che deve già sopportare una forte presenza di extracomunitari nullafacenti in giro per piazze e parchi giochi. Un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo economico e commerciale locale. I diretti interessati, proprio i commercianti, hanno fatto sentire la loro voce ma questi Metodisti – si legge nella nota stampa diffusa da Nova Lex– , con metodo, se ne sono disinteressati.

Dei locali per immigrati in pieno centro, saranno catalizzatore di varia povera umanità che renderà il centro di Scicli una periferia. L’ordine pubblico subirà un ennesimo attacco e non possiamo sperare che le Forze dell’Ordine siano sempre presenti. Abbiamo esempio di cosa sta accadendo quando ci sono immigrati prepotentemente inseriti in un tessuto sociale: scippi, degrado, chiusure di esercizi commerciali, paura, lotte e sommosse. Roma insegna (a Tor Sapienza un centro di raccolta di 40 immigrati ha portato un degrado a cui la gente si sta rivoltando con violenza, purtroppo).

Mentre i nostri concittadini non hanno soldi per mangiare e vestirsi – aggiunge Nova Lex -, dobbiamo mantenere una massa di immigrazione incontrollata, incontrollabile ed ingestibile”.