scafista-sbarco143 migranti sono arrivati a Pozzallo ieri mattina e le forze dell’Ordine hanno fermato uno scafista. Dal racconto degli immigrati è emerso che in Libia erano costretti a pagare per avere del cibo all’interno dei capannoni prima della partenza e  di avere subito minacce.

La polizia ha mostrato le foto di alcuni immigrati sospettati di essere gli scafisti e i compagni di viaggio hanno indicato un unico soggetto. Un gambiano di 19 anni è stato fermato con l’accusa di avere condotto 143 migranti sul canale di Sicilia a bordo di un gommone, arrivati ieri mattina al porto di Pozzallo.  I testimoni hanno indicato colui che era stato al timone lungo tutto il viaggio. Terribile il racconto dei migranti escussi dalla polizia giudiziaria nell’hot spot. All’interno dei capannoni, comunemente chiamati connection house, i trafficanti libici non davano cibo a chi non pagava. Li tenevano chiusi sotto la manaccia delle armi ma, per mangiare li obbligavano a pagare, in caso contrario a morire di fame. Due ragazzi non sono mai saliti su quel gommone alla ricerca disperata di una nuova vita perché sono morti nel bunker per maltrattamenti e denutrizione. Il gambiano è accusato di avere condotto, per ottenere un profitto ingiusto, il gommone poi soccorso.

L’arrestato è stato ristretto nell’istituto di pena di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Nel 2017 sono 32 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa, tra cui quattro minori.  Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria.  A Pozzallo sono arrivati 3020 migranti in occasione di 10 approdi; nel 2016 erano arrivati 18.488 migranti in occasione di 56 sbarchi.

Viviana Sammito