Manifestazione oggi davanti all’hotspot-centro di trattenimento realizzato nella zona industriale tra Modica e Pozzallo. “No ai Cpr e alle politiche del governo Meloni sull’immigrazione” il tema principale. “Rispettare i diritti umani; rispettare il diritto di asilo e applicare la Costituzione italiana”, sono le altre questioni in gioco.

L’inziaitiva è stata promossa da numerose associazioni.

A fare da sfondo i container attrezzati da unità abitative: nella parte hotspot di Modica oggi ci sono 47 persone, tutti uomini; 106 sono quelle presenti a Pozzallo (tutti minori non accompagnati); 66 sono i minor non accompagnati nel centro di contrada Cifali, tra Comiso e Ragusa. Il centro di trattenimento di Modica al momento è vuoto. Una doppia recinzione circonda tutta l’area.

“La situazione è insostenibile e quanto vediamo in questo luogo è il segno e il senso di scelte politiche inumane – dice all’AGI il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino – di fatto sono rinchiuse le persone in un luogo da cui è impossibile interagire con la popolazione con le comunità”.

Per il segretario provinciale di Ragusa della Cgil, Peppe Scifo “avere un esercito di persone con fragilita’ giuridica, con uno status giuridico debole e nella irregolarita’ prodotta dal sistema, significa consegnare migliaia di uomini e donne al lavoro nero, allo schiavismo, al caporalato soprattutto in questa provincia in cui il problema e’ molto sentito, evidente. Mettere le persone in sicurezza significa riconoscere diritti per una sicurezza di cui poi puo’ godere tutta la comunita’”.

Stefania Pagliazzo per Mediterranea Saving Humans, ricorda l’impegno anche attraverso la nave Mare Jonio, non solo nel salvare le vite umane ma anche per essere testimoni di quanto avviene nel Mediterraneo: “Non possiamo permetterci che le stesse persone che fuggono dai lager, vengano qui per ritrovarsi in altri lager come i Cpr che sono centri di detenzione anticostituzionali dove non si garantiscono il diritto alla salute, ad essere difesi; sappiamo che dentro i cpr ci sono torture, che accadono cose orrende”. Una ‘colpa’ quella di “avere commesso solo un illecito amministrativo che non puo’ essere punito con la detenzione. Con la sola colpa di essere senza un permesso di soggiorno e di essere irregolari in Italia, vengono catturati, messi in questi centri e deportati nei paesi di origine. Inaccettabile: chiediamo la chiusura dei Cpr”.

Per Peppe Cannella, psicoterapeuta di Medu, “le persone vengono trattate come corpi custoditi per essere respinti, ma sono persone umane che hanno anche una dimensione relazionale, sociale, religiosa, culturale. Qui sono corpi, una realta’ non accettabile. Il garante per i diritti alle persone che hanno perso la liberta’ dice che i cpr sono contenitori vuoti, luoghi sospesi in cui vengono calpestati i diritti fondamentali delle persone”. Andrea Gentile, operatore dell’accoglienza per la casa valdese e vice presidente Anpi Ragusa parla di cpr non come luogo di accoglienza ma di detenzione: “Quelli preesistenti si muovevano sotto il profilo della irregolarita’ delle persone trovate in Italia per poi identificarle ed espellerle. Qui invece si e’ arrivati alla detenzione immediata di chi arriva in Italia con altrettanto immediata espulsione. Ecco, era uno dei timori dei giuristi e di chi, nella difesa dei diritti umani, gia’ nel 2015 quando si iniziava la vicenda hot spot e purtroppo si sta avverando. Oggi dopo Cutro e’ nato qui a Modica un ‘non luogo’ in cui c’e’ uno scivolamento ulteriore dei diritti delle persone: stiamo rimuovendo e cancellando i diritti delle persone”.