Riportiamo il testo integrale dell’intervento di Claudio Fava, Presidente del Gruppo Misto e Presidente della Commissione Antimafia nel corso della seduta straordinaria di oggi dell’ARS.




Signor Presidente,

ricordare oggi, in quest’aula, il sacrificio di Piersanti Mattarella

rappresenta, per chi le parla, un privilegio e al tempo stesso una fatica.

 

La fatica di chi sa bene che la misura del tempo trascorso, per quanto

ampia, non potrà mai compensare il vuoto delle assenze. E di queste

assenze, di quanto mordano ancora oggi la nostra esistenza, abbiamo

tutti dolorosa consapevolezza. Certamente io e lei…

 

Ricordare Piersanti Mattarella vuol dire soprattutto ripercorrere

l’eredità che ci ha lasciato: il rigore civile, la forza morale, la

generosità del suo ottimismo. E mi piace, qui ed oggi, citare un’altra

sua qualità, una risorsa umana di cui spesso la politica è orfana: la

capacità di saper dire dei no.

Piersanti Mattarella, da Presidente di questa regione, quei no li

disse. E forse ne pagò il prezzo con la vita. Sono trascorsi 40 anni

eppure la limpidezza della sua scelta, la forza di quei no, la

coerenza con cui interpretò il ruolo di presidente della Regione

Siciliana ci arrivano intatti.

 

Questo è un tempo difficile. Oggi qui evochiamo la violenza omicida

delle mafie, ma dobbiamo farci carico anche di una violenza culturale

prepotente: il tentativo di riabilitare fascismo, razzismo,

antisemitismo, di trasformarli in una cifra indelebile, un livido

sulla coscienza di questo paese. In questo senso le sue parole, signor

Presidente, sono state sempre un monito chiaro, netto, prezioso per tutti noi.

 

Anche la vicenda umana e politica di suo fratello Piersanti si muove

nella medesima direzione: il rigetto di ogni mafia e la difesa della

verità suonerebbero oggi come la condanna più alta per chi tenta di

inquinare lo spirito di questa nazione riabilitando quelle offese e

umiliando la nostra memoria.

 

Anche per questo siamo grati a Piersanti Mattarella e a tutti color

che, cadendo sotto la violenza delle mafie, ci hanno insegnato che non

furono eroi ma solo donne e uomini giusti, appassionati difensori della verità.

 

E la verità è la più alta delle nostre risorse per combattere ogni mafia.