Giuseppe-Dezio-256x300Nuovo interrogatorio al carcere di Ragusa per Antonio, Alessandro, Marco e il padre Gaetano Pepi, accusati di avere ucciso il 2 febbraio scorso l’agricoltore vittoriese di 64 anni, Giuseppe Dezio, a Vittoria. Intanto i quattro nelle prossime ore saranno posti ai domiciliari in un’abitazione a 100  km di distanza dal territorio ragusano, come imposto dal Gip.

Per la procura il quadro è completo, nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini: ieri la pm, Valentina Botti, alle 11,50 ha iniziato l’interrogatorio nel carcere di contrada pendente a Ragusa, nei confronti di Gaetano, Alessandro, Antonio e Marco Pepi, accusati dell’omicidio il 2 febbraio scorso di Giuseppe Dezio, agricoltore di 64 anni. L’avvocato della difesa, Giuseppe Lipera, invece chiederà un’integrazione alle indagini, come lui stesso ha dichiarato: “scenderò l’Asso che metterà in gioco tutta la ricostruzione degli inquirenti”.

Le dichiarazioni dei Pepi non sono stati contraddittorie: ciò che è emerso è che l’aggressione di Dezio alle spalle di Alessandro, Gaetano Pepi che esce e accoltella l’agricoltore per liberare il figlio è racchiusa in una sequenza di attimi: tutto è avvenuto velocemente.

Tutti erano in uno stato di choc, ma secondo le dichiarazioni di Antonio e Marco, l’unico a non essere turbato è stato il figlio della vittima: Giovanni, arrivato 20 minuti dopo, quando è giunta sul posto anche l’ambulanza, chiamata dagli stessi Pepi. Il giovane figlio di Dezio, secondo quanto dichiarato, si è avvicinato al cadavere del padre insieme all’infermiere del 118, lo ha girato e poi ha preso il coltello dalla mano: aveva la forma di uncino della lunghezza di 5 0 6 cm.  Nonostante l’invito a tenersi lontano dal corpo,  Giovanni avrebbe toccato il cadavere e poco dopo si è spostato dietro la panda, vicino al terreno, dove c’è il piccolo sentiero che porta al confine della proprietà di Dezio. Il coltello che avrebbe utilizzato Dezio per ferire Alessandro non è mai stato trovato. Giovanni Dezio non è stato recentemente ascoltato dagli inquirenti per chiarire questo aspetto.

Marco e Antonio Pepi hanno escluso l’esistenza di una faida tra le due famiglie che da anni, per futili motivi, erano in tensione: una strada interpoderale che divideva i terreni dei Dezio e dei Pepi e poi l’ultima discussione finita con il delitto per l’urto accidentale dello specchietto dell’auto di Dezio e lui che, secondo le dichiarazioni, si è presentato dai Pepi con un coltello in mano.

Dopo 8 mesi in carcere, ai Pepi sono stati concessi gli arresti domiciliari  in un’abitazione a 100km di distanza da Ragusa che è già stata individuata nel catanese. Il legale Lipera lo ha già comunicato alla procura e nelle prossime ore la Pg trasferirà i quattro nell’abitazione, con l’attivazione del braccialetto elettronico. L’accusa contesta l’omicidio in concorso ma tra qualche giorno il penalista avanzerà varie richieste di indagini istruttorie tendenti a dimostrare definitivamente l’innocenza della famiglia Pepi.

Viviana Sammito