Vincenzo Carrubba, 37 anni, morto annegato nel lago artificiale dell’azienda Villalbius ad Acate, azienda vitivinicola che produce il marchio Feudo Arancio. È l’ennesima vittima che si aggiunge all’elenco della strage continua. Sono più di 100 al mese le vittime sul Lavoro, un dato impressionante che testimonia i ritmi di decessi come.in un fronte di guerra. Una guerra che si combatte ogni giorno nei cantieri edili, nelle aziende agricole, nei magazzini della logistica e sui mezzi di trasporto, dove spesso gli elevati ritmi di lavoro insieme alle carenti condizioni di sicurezza costituiscono quel mix micidiale che uccide donne e uomini al lavoro.

Eppure tante sono le attività di formazione obbligatorie previste dalle norme nazionali sulla  sicurezza soprattutto per le aziende che operano in settori definiti al alto rischio. I DVR ( documento di valutazione dei rischi) obbligatori per le aziende contengono le misure sulla salute e sicurezza nel lavoro studiate a hoc per ogni processo produttivo in considerazione delle attività svolte, dei macchinari in uso e sugli ambienti di lavoro. Così come vengono prescritti tutti i presidi di sicurezza e i DPI ( dispositivi di protezione individuale) da utilizzare in ogni fase del processo produttivo. Ci sono poi i responsabili per la sicurezza e le rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza, ai quali spesso non viene riconosciuto un ruolo effettivo e.in molti.casi vengono ostacolati.

“Un sistema avanzato di norme e procedure che però non è in grado di fermare la strage continua di morti e incidenti sul lavoro. Occorre un impegno straordinario da parte del Governo per un vero monitoraggio ispettivo e preventivo affidato agli organi preposti.  Occorre incrementare gli organici dei Servizi di prevenzione delle Asp predisposti attraverso gli S.Pre.S.A.L. (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) – scrive in una nota stampa la CGIL provinciale -. Se non si pensa ad incrementare la dotazione organica e la strumentazione di questi servizi la strage è destinata a continuare perché in un sistema economico con questo  modello produttivo incentrato sulla estrema competitività che mira dritto profitto con scarsa attenzione agli aspetti umani e sociali del lavoro. La Cgil è a fianco delle vittime dei familiari e sempre disponibile a raccogliere denunce e segnalazioni, anche in forma anonima per contrastare la carenza di misure di sicurezza nei luoghi di lavoro”.