L’ex sindaco di Modica, Piero Torchi (nella foto) afferma: “Mentre proseguono le bugie, ecco i veri numeri. Per quanto mi riguarda, ristabilita la verità, adesso è il tempo delle  proposte”.

Le dichiarazioni del Sindaco e del Presidente del Collegio dei Revisori del Comune di  Modica, a seguito del mio intervento, teso a riportare la verità sulla condizione economica  del Comune di Modica, è stato l’ultimo disperato tentativo di mistificare una realtà evidente  che oggi rafforziamo con l’aiuto dei numeri. Quei numeri, forniti negli atti ufficiali dalla  stessa amministrazione, che vengono utilizzati a sproposito e con malizia e che invece  hanno l’arida oggettività tipica della matematica.

Questi i punti fondamentali che smentiscono l’Amministrazione e la relazione in Consiglio  Comunale del Presidente del Collegio, irritualmente intervenuta in veste poco tecnica e  molto politica,evidentemente preoccupata di scaricare responsabilità nell’avere avallato le  operazioni di cui parleremo, e, ricordiamola, espressione della maggioranza che l’ha eletta  con i suoi voti in Consiglio, su designazione di uno dei partiti della coalizione che amministra Modica, e dunque ben lontana dal manifestare posizioni oggettive.

Questi i dati fondamentali:

1. Debiti fuori bilancio. I debiti fuori bilancio riconosciuti dal’Amministrazione  ammontano a poco più di 15 milioni; si tratta di debiti riconosciuti ma in gran parte  non pagati, e derivanti, nella massima parte, da contenziosi con l’Università di Catania, l’Ato, cui è stato ceduto parte del debito dal Comune di Scicli e il fornitore  di energia elettrica Enel. A prescindere dalla natura del debito, per servizi  essenziali, molti di essi andavano contestati ed opposti in maniera determinata  perché infondati o privi di giustificazione.  Da un punto di vista contabile il riconoscimento del debito viene coperto all’80%, e quindi quasi per intero, dal contributo straordinario di 12.000.000,00 ottenuti dalla Regione tra il 2009 ed il  2010, da restituire nell’arco dei prossimi 10 anni con rate di eguale im porto trattenute dal trasferimento ordinario. In buona sostanza si sono pagati  debiti con debiti, senza incidere in alcun modo sulla situazione strutturale dell’ente; anzi i fondi sono stati utilizzati in maniera difforme rispetto alla destinazione, visto che si trattava di fondi erogati quale anticipazione non a fondo perduto per la riduzione ed azzeramento del debito nei confronti degli Ato e del sistema rifiuti, che invece sono rimasti presso che inalterati, essendo gli stessi fondi utilizzati per le spese correnti. In molti casi, addirittura, tali presunti debiti, sono stati pagati ancora prima che il consiglio li riconoscesse, ed a prescindere dall’ accertamento dell’effettiva sussistenza legata alla valutazione del Consiglio Comunale. Altri ipotetici debiti fuori bilancio, non riconosciuti ad oggi dal Consiglio, non rilevano né in sede di quantificazione del debito, né in sede di chiarimenti avanti alla Corte dei Conti, restando nel campo del’ipotetico e non del  certo. Nel frattempo, per spese correnti, per spese legali, per i servizi sociali e per altre macro voci di spesa questa Amministrazione ha già prodotto debiti fuori bilancio accertati in misura importante, secondo dati che nei prossimi giorni diffonderemo.

2. I Numeri del disavanzo. Il disavanzo formale è per legge, quello indicato nel conto consuntivo ultimo approvato, cioè nel consuntivo al bilancio del 2011. Il risultato di amministrazione( per capirci il dato complessivo dello stato dell’Ente) è accertato in 8.809.302 euro, come accertato dall’amministrazione e certificato dal Sindaco nel suo intervento del 6 novembre u.s., e riportato nella delibera del consiglio comunale dello scorso 31 ottobre, perfettamente in linea con
l’utilizzo dei residui che hanno consentito il miracoloso balzo in avanti tra i 22.000.000 del 2008 e gli 8.000.000 del 2011, esattamente pari ai soli residui cancellati. In pratica, secondo le regole contabili, la stessa Amministrazione e la maggioranza che approva il conto consuntivo e determina il debito complessivo in poco meno di 9 milioni di euro, ha di fatto contabilmente certificato che il successivo aumento del disavanzo e del debito complessivo è di esclusiva competenza e responsabilità degli attuali amministratori. D’altra parte è elementare e matematico che ad una contrazione del disavanzo se vera, dovrebbe corrispondere un miglioramento della situazione di cassa, cosa invece non accaduta a Modica dove la situazione di cassa è notevolmente peggiorata. Insomma, semplificando, al Comune di Modica mancano, in termini di cassa quei 20 milioni di euro, frutto della fittizia e cartolare operazione sui residui, che, se non fatta, avrebbe costretto a diminuire la spesa ed avrebbe migliorato, addirittura, rispetto alla mia gestione, la condizione di cassa, anche in presenza dei debiti fuori bilancio che venivano coperti dal contributo regionale  straordinario. In buona sostanza, sono stati spesi di cassa 20 milioni di euro che il Comune non aveva in realtà, ma solo nella fantasia di chi ha autorizzato ed avallato, a tutti i livelli, l’operazione sui residui. Il resto del debito è frutto del debito corrente con la regione, 12.000.000,00 di euro, contratto interamente dall’amministrazione Buscema, dall’esposizione massima consentita dalla legge con la banca tesoriera, pari a 9.964.000,00 euro, dai debiti oggetto della gestione corrente verso fornitori, personale dipendente (tre mesi che equivalgono fra netto e lordo ad oltre 4.500.000,00 euro), oltre all’indotto con particolare rilevanza a cooperative ( alcune delle quasi hanno un arretrato di addirittura 17 mesi) e con la società incaricata  della raccolta dei rifiuti per svariati milioni di euro. Debiti di cassa e non fuori bilancio, dunque, frutto di una cattiva gestione del rapporto tra entrate ed uscite come certificato dalla Corte dei Conti. L’ammontare del debito al giugno del 2008 è stato certificato, in sede di approvazione del consuntivo 2007 dal Commissario regionale, poi diventato tra l’altro Segretario Generale della Regione e dunque certo non uno sprovveduto, Dr. Giovanni Bologna, in 14.000.000,00 di euro, comprensive delle anticipazioni bancarie. Da li il debito è lievitato e si è contratto solo per una serie di artifici contabili, voluti dalla vera anima nera di questa operazione, forse anche all’ insaputa del Sindaco, legati alla gestione cartolare de residui, a fronte della quale sono stati lasciati intatti quelli attivi, anche se inesigibili, e cancellati quelli passivi, provocando uno sbilancio di oltre 10 milioni di euro che ha dato l’illusione di un finto risanamento ma che ha dato un colpo mortale alla cassa dell’ente, costringendola a non poter più assolvere ai bisogni essenziali quali gli stipendi. In particolare si sono cancellati tra il 2008 ed il 2011 l’incredibile cifra ( basta chiedere a qualsiasi alunno anche del primo anno di ragioneria) di residui attivi per 63 milioni di euro, e l’ancora più incredibile cifra di residui passivi per 82.000.000,00; un dato che ha portato ad un avanzo di 20 milioni di euro, frutto solo di un’operazione contabile ma che ha messo in ginocchio la cassa, dando copertura fittizia a nuova spesa che non aveva riscontro di cassa nelle entrate. Si è trattato dunque di un risanamento fittizio, utilizzato solo a  scopo propagandistico, che ha messo in ginocchio le casse dell’Ente provocando il dissesto di fatto, non su base contabile ma sull’impossibilità a garantire la gestione ordinaria di cassa. Insomma con uno slogan potremmo dire che l’eventuale dissesto del Comune di Modica è un “dissesto di cassa” e non di “competenza”.

3. Corte dei Conti. Il tentativo di utilizzare la Corte come una clava nei confronti della passata amministrazione è antico e subdolo. Si ricorderà come già nel 2009, a  seguito di un improvvido comunicato del Sindaco, dopo una missione palermitana che annunciava un intervento della Corte dei Conti sul Comune di Modica, la stessa Corte, in maniera irrituale ed anomala, vista la gravità delle false affermazioni, fu costretta a smentire le stesse per il tramite di un comunicato giunto direttamente da Palermo che smentiva qualsiasi addebito  alla gestione precedente del Comune. La Corte ha invece inteso interrogare ufficialmente il comune di Modica il 9 gennaio 2012, con una deliberazione tramite la quale chiede chiarimenti rispetto a a gravi inadempienze ed irregolarità riscontrate nella gestione dei bilanci, esclusivamente rispetto alla gestione corrente e senza fare mai cenno a quella passata. In particolare la Corte chiede testualmente notizie su: “oltre all’elevata previsione per l’esercizio 2011 di entrate per sanzioni e violazione al codice della strada e di recupero dell’evasione tributaria, in presenza di una bassa capacità di riscossione, con una notevole incidenza sugli equilibri di bilancio.

a. Un consistente aumento delle entrate dei titoli 1,3 e 4 ( ndr quelle non  certe) e della spesa del titolo 1 ( ndr quella certa) rispetto all’esercizio precedente;

b. La reiterata previsione di copertura del disavanzo attraverso entrate da plusvalenza di alienazione dei beni patrimoniali in assenza di un effettiva realizzazione delle vendite.

c. Un incremento della spesa del personale tale da incidere sul rispetto dei limiti previsti dall’art.1 comma 557 della legge 226/2006

d. La necessità di ottenere maggiori chiarimenti in ordine al finanziamento ottenuto dall’Ente negli esercizi 2008-2009 e la relativa contabilizzazione in bilancio ( ndr il finanziamento regionale computato come maggiore entrata  e non a valere sul fondo di rotazione essendo da restituire al 100% in rate annuali con previsione in uscita della quota annuale di restituzione).

Per tali ragioni la Corte conclude dicendo “ Il Collegio ritiene di confermare i gravi profili di criticità sopra richiamati. Particolarmente grave appare la previsione di copertura del disavanzo di amministrazione dell’anno 2010, pari a 9.870.695,00 attraverso la previsione di entrate da alienazione di  beni patrimoniali, attesa che la stessa è stata già prevista nel 2010 e si è  rivelata assolutamente inattendibile e che dall’esame del questionario si evince che alla data dell’11\11\2011 la previsione non ha trovato riscontro in una effettiva vendita; è palesemente sovrastimata, se non addirittura abnorme, la previsione di entrate da recupero evasione per oltre 6.000.000,00 milioni di euro a fronte di un trend di accertamenti che varia dai 500.000,00 (!) euro del 2008 ai 1.550.000,00 del 2010, a fronte di una  ancora più bassa velocità di riscossione dei medesimi anni (2008, 2009, 2010, 2011); addirittura le riscossioni relative agli accertamenti degli anni 2008-2011 ammontavano all’11\1\2011 a soli 396.353,81 euro (!). Per quanto motivato, si accerta la presenza, nei termini evidenziati, delle gravi irregolarità contabili e dei sopra profili di criticità, con riferimento alla sana gestione dell’Ente”.

Tutte richieste che riguardano la gestione presente e non quella passata, com’è  evidente. A tale relazione il comune risponde con altra relazione scritta del 5 marzo 2012, con la quale invece di dare risposta alla Corte, inizia a scaricare le responsabilità sulla passata amministrazione, incredibilmente anche quelle legate alle contestazioni sulla gestione corrente. Il 14 marzo 2012 la Corte chiede al collegio dei Revisori una nota integrativa su 8 punti che necessitano chiarimenti, cui il Collegio risponde tecnicamente in data 29 marzo 2012. La Corte dei Conti, a questo punto, il 17 ottobre ordina una nuova convocazione dei rappresentanti dell’ente, tenuta nascosta al consiglio fino al sabato anteriore le elezioni, per il 24 ottobre. Alla delibera la Corte allega una nota dove chiede, fra le altre cose, chiarimenti in ordine: “ alla sussistenza della condizione di deficitarietà strutturale nel bilancio 2010, connotata da particolare gravità avendo il Comune superato ben otto (!) dei 10 parametri previsti; il reiterato e consistente ricorso ad anticipazioni di tesoreria per 9.963.761 oltre a 763.532,52 euro di interessi anni maturati; difficoltà nella riscossione delle somme previste per il recupero dell’evasione tributaria (ndr successiva al mancato rinnovo della convenzione Serit), debiti fuori bilancio che risultano solo in parte riconosciuti dal Consiglio (cioè pagati ancora prima che venissero riconosciuti)”. Ma soprattutto, e questa è la  madre di tutte le contestazioni sul “ consistente disavanzo di amministrazione che seppur diminuito, deve il suo miglioramento alla cancellazione di residui passivi in misura maggiore rispetto a quelli attivi, rilevando la mancata realizzazione della vendita di immobili posti a copertura del debito ( e mai deprezzati nonostante la mancata vendita.)”.     In questa sede la Corte rappresenta la necessità all’Ente di procedere con gli  atti relativi alla delibera di riequilibrio finanziario, pena l’avvio del procedimento  di dissesto.

4. Approvazione strumenti finanziari. Nonostante gli impegni assunti in sede elettorale, i bilanci di previsione sono stati approvati in scandaloso ritardo, consentendo all’amministrazione di operare in assenza di qualsiasi strumento di programmazione finanziaria, e senza il controllo del Consiglio Comunale, per legge preposto alla programmazione. Sorprende che gli stessi revisori, oggi tanto solerti, non abbiano segnalato tale anomalia agli organi competenti. Addirittura, il bilancio del 2012, alla vigilia della conclusione dell’anno solare, non è ancora oggetto dell’esame del Consiglio,unico Comune di queste dimensioni in Sicilia ad aver violato in maniera cosi palese ogni scadenza prevista, oltre che dalle norme, anche da ogni elementare forma di buon senso.

5. Causa dello squilibrio di cassa e di competenza. Durante la gestione Buscema  si è assistito ad un aumento della spesa di oltre il 25%, passata solo dal 2009 al  2011, da 42.000.000,00 di euro ai 50.000.000 dell’ultimo consuntivo, a fronte di  una diminuzione delle entrate complessive, tra tagli ai trasferimenti e mancata riscossione, figlia della scelta scellerata di passare alla riscossione diretta che sta  mettendo in ginocchio tutti i comuni che hanno preferito questa opzione, di quasi il  40%, con un saldo negativo sugli equilibri del 65% in meno; un dato che non è stato oggetto di censura da parte dei revisori ma che ha squilibrato definitivamente  al cassa dell’ente, impedendo l’assolvimento degli obblighi primari. A fronte  dell’aumento della spesa, non solo sono diminuite le entrate da trasferimenti, ma sono diminuite anche le entrate tributarie, passate da una percentuale di riscosso del 57% nel 2007 ad una di poco più del 30% nel 2011. In particolare nell’ultimo anno disponibile, sono stati riscossi appena 10 dei 30 milioni di  euro previsti. Da un punto di vista ragionieristico, visto che parliamo di numeri, e non politico o discrezionale, la sofferenza di cassa si ha nelle seguenti fattispecie: o quando non si riscuote o quando gli accertamenti non sono reali. Non a caso la media di riscossione in questi ultimi 4 anni è del 40%, frutto dell’incapacità a riscuotere o di accertamenti non veritieri. Ad esempio nel 2011 su un’entrata accertata di oltre 54.000.000 di euro, sono stati riscossi solo 24.500.000, di cui 14.000.000 di trasferimenti e solo di 10 di tributi sui 30 previsti. Se poi vogliamo analizzare con occhio storico le cause dell’atavica sofferenza di cassa dell’Ente, le cause possono essere facilmente ricondotte, come per altro sostenuto anche da alcuni seri esponenti della sinistra in aula, D’Antona per tutti,  nella politica delle assunzioni iniziate agli inizi degli anni ’80 che appesantì i costi di  gestione del Comune in maniera esponenziale, fino al paradosso di dotare l’Ente di una pianta organica ancora maggiore numericamente di città con un numero superiore di abitanti, a partire da Ragusa. Una spesa diventata poi storica che si assommò, anno dopo anno, determinando la sofferenza di competenza da allora mai risolta. La legge infatti prevedeva allora che i Comuni potevano avere 1 dipendente ogni 100 abitanti: per Modica all’incirca 500. Grazie a deroghe  varie, previste all’epoca, il Comune di Modica approvò nel 1982 una pianta organica di ben 1036 dipendenti, cioè esattamente il doppio, con automatico raddoppio della spesa per stipendi ed indennità. Di questi 1036 posti ne furono realmente coperti, a regime, circa 800, oltre ai precari poi stabilizzati che fecero superare le 1.000 unità.

6. Spese non autorizzate. Con il parere contrario dei revisori e della Ragioneria generale, l’Amministrazione ha deliberato, ed in molti casi liquidato, spese non obbligatorie, ma voluttuarie, per oltre 200.000,00 euro solo negli ultimi 6 mesi, determinando un ulteriore squilibrio di competenza, visto che in assenza di bilancio la spesa ha continuato a lievitare parametrata al bilancio dell’anno precedente, ma non tenendo conto della riduzione delle entrate. Addirittura, mentre non venivano  pagati gli stipendi ed i fornitori e l’indotto soffrivano, ad un dirigente comunale è stata data la possibilità di liquidarsi, in autonomia, decine di migliaia di euro per spese legali, senza che alcuno abbia mosso contestazioni tra  l‘amministrazione o la maggioranza.

7. Risanamento. Resta fissato come una pietra miliare, comunque, che la vera bugia  sui conti del Comune è ascrivibile solo a questa amministrazione che, appena un anno fa, aveva l’ardire di dichiarare l’avvenuto risanamento dell’ente e, addirittura, l’attivo nel 2012. Esistono le prove cartacee e di stampa di quanto sostenuto dal  sindaco e dal suo partito, senza possibilità di smentita, né degli invocato fraintendimenti.