D'Andrea, Maltese, Assenza, Iacono,ConteModica, Domus S. Petri. Generare comunità che, prendendosi cura dell’infanzia, coltivino diritti. E recuperare, a partire dallo sguardo dei bambini, la capacità della città di pensare e ripensarsi. Con questo augurio Maurilio Assenza, presidente della Fondazione di Comunità Val di Noto, ha introdotto il convegno dal titolo “Cresco…quando mi ascolti – lasciarsi educare dai bambini” promosso con il supporto della Fondazione – nell’ambito dell’iniziativa “Ai piedi della loro crescita” dello scorso 3 dicembredall’Istituto di Gestalt Therapy Kairos, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt.

Un video realizzato dalla cooperativa L’Arca – che sostenuta dalla Fondazione ha promosso quest’anno “Le mongolfiere dei diritti” in occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia del 20 novembre – ha accompagnato i presenti nel mondo dei bambini e degli adolescenti di Modica che, senza peli sulla lingua, si sono espressi sullo “stato di salute” dei loro diritti. «Siamo entrati nelle classi giocando – ha raccontato la psicologa Noemi Iemmolo – e attraverso il gioco i bambini hanno rivelato sogni, gioie, speranze, ma anche paure, ferite, fragilità; ne viene fuori un appello a impegnarci di più tutti, perché l’infanzia sia rispettata».

Un appello a essere ascoltati, soprattutto. «Cresco…quando mi ascolti» ha ribadito Valeria Conte – psicologa e psicoterapeuta, co-direttore dell’istituto Gtk – mettendo in luce l’importanza dell’ascolto. «In questo consiste la “saggezza della crescita”: capire cosa è importante in quel momento per il bambino. E questo lo apprendiamo dai bambini stessi: sono loro a indicarci di cosa hanno bisogno. Compito nostro è ascoltarli, senza che la nostra conoscenza sovrasti la spontaneità della relazione. Ascoltiamoli dunque: così avranno una crescita di vita autentica e un’identità piena».

Nella cornice delle letture drammatizzate dalla compagnia del Piccolo Teatro di Modica, Dada Iacono – insegnante di scuola dell’infanzia – ha poi consegnato un’affascinante rilettura del Peter Pan di Barrie, mostrandolo non come bambino che non vuole crescere, ma come bambino a cui è mancata l’opportunità di crescere. «La differenza si gioca tutta sul bacio mai dato che Peter Pan non ha mai ricevuto. Un bacio che è nutrimento, consapevolezza dei gesti. Sono mancate, a questo bambino, le braccia salde che permettono di affacciarsi al mondo, all’autonomia. Egli non ha la casa interiore da portare dietro nella crescita; e perde l’ombra: non è cioè in grado di sostenere l’emozione difficile, la paura, il groppo in gola». È ruolo dell’adulto dunque, accompagnare il bambino nell’essere nel mondo, in un delicato gioco di equilibri tra dipendenza e autonomia: «Quando inizia a camminare il bambino fa “la spola” tra il mondo esterno e la mamma, in un continuo “andare e tornare” che si ripresenta nel periodo dell’adolescenza – ha affermato Ghery Maltese, insegnante – all’adulto il compito di sintonizzarsi con questo ritmo, perché sappia accompagnare, ma sappia anche tirarsi indietro quando è necessario; all’adulto il compito di essere custode della vita, del fuoco sacro, perché possa ardere in tutta la sua bellezza, e affinché non si spenga».

Lino D’Andrea – garante per i diritti dell’infanzia e l’adolescenza del comune di Palermo – ha infine riportato l’attenzione sulla carta dei diritti dei ragazzi come grande progetto di pedagogia e sviluppo umano. «Essa mette in luce un aspetto fondamentale – ha spiegato D’Andrea – la gratuità. La bellezza di dedicare attenzione gratuita all’infanzia darà frutti quando i bambini saranno adulti. Per questo occorre che ripensiamo il nostro modo di essere esempi per loro».

«Si rafforzi il legame tra i diritti e la cura perché “accada” la comunità, per recuperare sguardi ampi e pieni – ha concluso Assenza – l’attenzione che avremo per la città sarà quel “bacio” che avrebbe salvato l’infanzia di Peter Pan».