Il progetto scolastico del Liceo Jonh Kennedy di Ispica con alcune scuole olandesi e il premio internazionale sull’ospitalità HSMAI  ricevuto da “Modica Città Albergo” lo scorso maggio sempre in Olanda, a Noordwijk, hanno suscitato interesse nei confronti della terra dei mulini a vento.

 

Se le zone del Ragusano sono una meta desiderata da parte di molti turisti olandesi, anche l’Olanda, per molti siciliani e italiani in generale, ha sempre esercitato un certo fascino, in quanto considerata terra di libertà e di tolleranza, dove molte cose sono già permesse e regolamentate da anni, mentre in Italia no, come ad esempio l’acquisto dei semi di canapa, anche per uso terapeutico, o la prostituzione.

 

Da maggio, però, anche lì si è deciso di ridurre il livello di permissivismo. Il governo conservatore di Rutte ha, infatti, introdotto la “cannabis card”, una tessera rilasciabile solo ai cittadini olandesi e agli stranieri residenti con la quale sarà possibile acquistare le droghe leggere presso i famosi coffee-shop. La carta è quindi un divieto per gli stranieri a comprare cannabis ed è stata introdotta per contrastare la criminalità che deriva dal commercio e dalla vendita delle droghe leggere.

 

Ma se il governo olandese crede che ci sarà una riduzione della criminalità, quello dell’Uruguay, invece, la pensa in maniera completamente opposta. Lo Stato sudamericano sta varando delle nuove leggi per legalizzare la produzione, l’acquisto e il consumo delle droghe leggere, andando addirittura oltre l’esempio olandese. Infatti, se in Olanda la produzione non è regolamentata da leggi, l’Uruguay vuole nazionalizzare la produzione e la vendita di cannabinoidi alla pari di qualsiasi altro monopolio statale.

 

Il presidente della repubblica dell’Uruguay, José Mujica, ha inoltre approvato in pieno la scelta del governo, ed ha affermato che il fumare marijuana può essere visto e considerato alla pari di qualsiasi altro vizio, come, ad esempio, quello dell’alcool; il governo e il Presidente della Repubblica ritengono, inoltre, che questo tipo di legalizzazione scoraggi l’uso delle droghe pesanti ed aiuti la lotta al narcotraffico.

 

Tutto ciò significherebbe ottimi introiti per le casse dell’Erario uruguagio, a differenza dell’economia olandese, che potrebbe subire una contrazione: sono tantissimi, infatti, i giovani che, da vari Paesi d’Europa come anche dal Ragusano, visitano l’Olanda alla ricerca della libertà di poter fumare marijuana nel rispetto della legge. A breve questa chance potrebbe non esserci più e le ripercussioni non sarebbero avvertite solo dai coffee shop olandesi, ma da tutto l’indotto del turismo (hotel, ristoranti, compagnie aeree e via dicendo).

 

Su internet si nota come gli appassionati di questo tipo di turismo stiano muovendosi per far fronte a questo divieto, che a breve sarà totale, cercando di poter acquistare legalmente sui vari shop online, come ad esempio Zamnesia, semi di marijuana autofiorenti e femminizzati.

 

In Italia, invece, il dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere sembra infinito, con molti politici fermi sulle proprie posizioni, con differenti punti di vista anche all’interno di una stessa parte politica. Ma è stato calcolato, che un’eventuale legalizzazione sul modello uruguagio, porterebbe nei forzieri dello Stato italiano circa 1 miliardo di euro, considerando i quattro milioni di consumatori effettivi di marijuana.