Domenica 22 agosto, in una piacevole serata, a cura del Caffè Letterario Quasimodo di Modica è stato presentato il libro Senza tiempu. Poesie, proverbi e modi di dire in dialetto, di Silvana Blandino, poetessa del Caffè Quasimodo.

Il pomeriggio culturale ha avuto luogo nell’Atrio Comunale del Palazzo di Città (via Principe di Napoli).

Ha condotto la serata Salvo Micciché, filologo, componente del Caffè Quasimodo e curatore della Prefazione del volume. Micciché ha introdotto l’analisi del volume citando anche passi della Prefazione in cui sottolinea la spontaneità, la genuinità ma anche la maturità della poetessa modicana. «Silvana Blandino – ha detto – ci riporta al passato, come in un flashback, in un film che ripercorre la nostra vita. La sua attenzione, in particolare, è rivolta agli antichi “che non si sbagliano”, latori di una antica sapienza e ispiratori dei suoi versi».

È seguito, poi, il saluto dell’assessore alla cultura di Modica, Maria Monisteri, che ha posto l’accento anche sulla sinergia tra l’Amministrazione comunale e il Caffè Quasimodo, ribadendo piena collaborazione alle iniziative dell’associazione.

Quindi si è registrato un puntuale e circostanziato intervento critico della poetessa e scrittrice Lina Riccobene Bancheri (Delia, Caltanissetta) che ha presentato al numeroso pubblico un intervento colto, centrato sul valore della lingua dialettale e finalizzato a evidenziare le radici mediterranee della poetica della Blandino, che hanno  il sapore  della pietra, dei muri a secco, dei pendii modicani, dei terrapieni, del silenzio dei vicoli, delle scale, degli affetti familiari e  dell’armonia della campagna. «Nella poetica della Blandino – ha detto la Riccobene – si legge la sapienza, una sapienza popolare. L’autrice usa e valorizza il dialetto come i popolani quando esprimono genuinamente la loro cultura, fatta anche da atavici ricordi che si ipostatizzano in modi dire e proverbi che guidano la vita. La sua poetica è matura e ci invita alla riscoperta della lingua siciliana». Ha messo in luce un aspetto importante: la ricerca della parola arcaica da parte della Blandino.

Il presidente del Quasimodo, Domenico Pisana, nella sua nota introduttiva ho evidenziato come il libro di Silvana Blandino poggi su una dicotomia di momenti creativi (la poesia, i proverbi, i modi di dire) che si integrano nell’unità di una visione e concezione del tempo come “categoria della spirito”.




«Il dialetto che troviamo nelle poesie – ha detto Pisana –, nei proverbi e nei modi di dire di questo libro non è semplicemente una lingua, ma l’espressione e la testimonianza della civiltà rurale iblea, nella quale siamo cresciuti e ci siamo formati; non è solo un sistema di espressione del pensiero con le sue leggi grammaticali, ma è soprattutto un “valore”, è “parola”, cioè linguaggio detto in una situazione vissuta. Insomma, il dialetto di Silvana Blandino è un andare alle nostre radici, alla nostra storia sull’onda dei maestri come Meno Assenza e Nanninu Ragusa.

I suoi versi ci offrono un percorso poetico dove l’ambiente stesso è vita, dove gli affetti, le amicizie, i rimpianti, il dolore, la speranza e l’attesa sono gli ingredienti dell’avventura dell’esistenza umana, nella quale la poetessa, con il suo canto dialettale, appare una poetessa cui piace fare esperienza tra la gente con il suo canto d’amore».

Come sempre, affabulanti e coinvolgenti sono state le letture dei versi e dei proverbi da parte degli attori del Duo “I Caturru”, Giovanna Drago e Giovanni Blundetto, e straordinari e fantastici sono stati gli intermezzi musicali del “Duo StràNia”, composto da Gianni Nicosia ed Enza Strazzulla e che ha visto anche la partecipazione eccezionale, ed apprezzatissima della figlia Martina Coppola. Sono stati proposti, tra gli altri, brani in omaggio a Rosa Balistreri.

I componenti del Caffè Letterario Quasimodo ringraziano il numeroso pubblico per la partecipazione.