La presenza di Padre Pino Puglisi si avverte viva anche a Modica nei segni nati nel suo nome: la Casa Don Puglisi, il cantiere educativo Crisci ranni, le iniziative di economia civile con al centro il bene comune e l’inserimento lavorativo dei più fragili. Segni corali, che avranno un’eco nella condivisione dell’intera comunità cittadina in occasione del 30° anniversario del martirio del prete educatore ucciso dalla mafia.

Proprio su iniziativa di Casa Don Puglisi – in collaborazione con la Diocesi di Noto, il Comune di Modica e Crisci Ranni – il prossimo 21 ottobre, alle ore 19, presso la chiesa del SS. Salvatore di Modica, il vescovo di Noto Mons. Salvatore Rumeo presiederà una Celebrazione eucaristica nella festa liturgica di Don Pino.

«Un momento di nutrimento volto a rinnovare la misura evangelica dell’amore “che va fino in fondo” e quell’impegno per l’educare e per la legalità. ispirato alla Costituzione, che da ormai trentatré anni la Casa Don Puglisi quotidianamente porta avanti come ‘Casa nella città’», afferma il direttore Maurilio Assenza: «Da qui, nel corso di quest’anno, passi per accrescere l’amore e renderlo così sempre più vero, con una serie di iniziative attraverso cui sperimentare che ‘è più quello che si riceve di quello che si dà’».

«Sarà un anno in cui, come Casa Don Puglisi – prosegue Assenza – ci impegneremo tra le altre cose a promuovere un volontariato consapevole e quindi accompagnarlo per abitare, nella centralità della relazione, la complessità delle fragilità. Nel frattempo la nostra Cooperativa continuerà nel segno dell’economia civile e nel solco di The Economy of Francesco, con l’intenzione di rapporti più diretti con il Sud del mondo attraverso i canali del commercio equo e solidale, per interrogarci seriamente sugli stili di vita e così contribuire alla cura della Casa comune, urgenza ormai indifferibile, e a un futuro sempre più giusto e fraterno. Ecco che ci sono tanti motivi di gratitudine che convergeranno nell’Eucaristia presieduta dal Vescovo Rumeo di sabato prossimo. E ci sono – conclude Assenza – tanti motivi di impegno e riflessione sinodali, comunitari, perché – come per don Pino, per tanti genitori, preti, educatori, catechisti, lavoratori, uomini delle istituzioni, dell’economia e della cultura – il nostro amore abbia la bellezza dell’eccedenza».