Messaggio del Vescovo Staglianò: “In tanto dolore, dov’è l’amore?”
- 26 Aprile 2021 - 11:01
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Quando scorgiamo un bambino che soffre, che grida aiuto, che è lacerato nella intimità, abbandonato, scartato, sfruttato, prostituito, e dominato dalle forze oscure del male, ci sentiamo smarriti totalmente. Sono situazioni di sofferenza, queste, che ci mettono in un grande disagio, devastante. Immane è il dolore: il sentimento di umanità è perduto del tutto, quasi risucchiato da un buco nero, per sempre.
Il loro grido di dolore e di sofferenza sale a Dio e «accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito» (Papa Francesco, 9 aprile 2015) un sistema abnorme e disumano con reti di complicità e di silenzi, di coperture e abuso di potere. Impressiona, e tanto, come i bambini vivono il dolore, la sofferenza, spesso senza lamenti come “agnellini condotti al macello”. È uno scandalo assurdo e disumano. Il papa lo ha chiarito senza equivoci: questi orrori sono solo «colpa nostra, non di Dio, tanto male perpetrato sui bambini».
Le domande restano sempre aperte, e le risposte non sono mai esaustive dato che il dolore nel bambino non può che rimandare alla famosa domanda di Agostino: “Se Dio esiste, da dove vien il male?”. Come può Dio permettere tanto dolore sulla terra? E soprattutto, tanto dolore sui bambini?
Come ragionare sul fatto che mamme e papà possano abusare dei propri figli? Come accettare, quasi con rassegnazione e impotenza, che i bambini vengano sottratti, rapiti, trafficati e reclutati con sistemi manipolatori su Internet e poi ceduti, venduti a perversi e sadici ‘persone perbene’? Come giustificare la violenza e l’abuso imperdonabile nei confronti di chi non ha ragione e consapevolezza di ciò che subisce come i neonati? I disabili? Come amare questi “nemici” dell’amore?
La XXV Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia e la pedopornografia, ideata dall’Associazione Meter ogni anno, ci richiama e ci spinge a non restare a guardare, ma a mettere le mani nelle piaghe del dolore e delle ferite della umanità “piccola” dei bambini da custodire, da prendere a cuore con tutte le premure e le cure necessarie per crescere in umanità, per restare umani, per diventare umani.
Suggerisco a Meter di avanzare nella grande opera di difesa e di salvaguardia dei bambini, proponendo – sotto questa angolatura- un dibattito culturale allargato su cosa sia una umanità degna (humanitas hominis digna) degli uomini e delle
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