“Algeri” è il nome della maxi operazione antidroga dei carabinieri del Comando provinciale di Siracusa: 31 misure cautelari chieste dalla Dda di Catania e disposte dal gip, per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi e dall’impiego di minori.

I militari del Nucleo Investigativo del Reparto operativo hanno fatto luce su un vasto giro di cocaina, crack, marijuana, hashish e metanfetamine. Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25 mila euro al giorno. Lo spaccio avveniva anche vicino alle scuole. Addirittura 17 indagati sono risultati percettori del reddito di cittadinanza. Scattate numerose perquisizioni con cani antidroga, anche per la ricerca di armi ed esplosivi. Impiegati circa 150 militari, con gli assetti specialistici del 12esimo Reggimento carabinieri Sicilia di Palermo e dello Squadrone Eliportato carabinieri Sicilia di Sigonella, nonche’ un elicottero dell’Arma.




Le indagini, avviate dai carabinieri del Nucleo Investigativo nel novembre 2018 e proseguite fino al luglio 2019 hanno permesso di svelare, attraverso le intercettazioni e le microtelecamere, l’esistenza di un sistema criminale, capeggiato da M. G., catturato a Malta dove si era rifugiato, composto da tre nuclei familiari. Il denaro accumulato con la vendita di cocaina, hashish, crack, e marijuana, oltre ad arricchire il capo del sodalizio, sarebbe stato utilizzato per nuovi approvvigionamenti e per pagare gli stipendi dei corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio. Lo spaccio avveniva all’interno dei portoni e negli androni interni alle scale delle case popolari, con gli accessi protetti da cancelli costruiti abusivamente dagli spacciatori, così da impedire o ritardare irruzioni da parte delle forze dell’ordine.

La capacita’ intimidatrice del gruppo era tale da imporsi anche sugli altri residenti nelle palazzine che non erano in possesso delle chiavi dei cancelli abusivi ed erano così costretti, per entrare ed uscire, a chiedere il permesso alle sentinelle armate che, a turno, presidiavano il territorio ininterrottamente per l’intero arco delle 24 ore. Le indagini hanno permesso di

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