La Polizia ha scoperto ieri un altro rifugio in cui avrebbe vissuto il boss siciliano ;atteo Messina Denaro. Si tratta di un appartamento che si trova sempre a Campobello di Mazara.

Intanto durante le perquisizioni le Forze dell’ordine hanno rinvenuto anche un taccuino da cui emergerebbe una fitta rete di relazioni, anche sentimentali, che avrebbe intrattenuto dal 2016.

Il terzo covo scoperto ieri è però vuoto, si tratta di un appartamento in vendita.

INTEROGATO L’AUTISTA, GIOVANNI LUPPINO

Ieri mattina il Gip Fabio Pilato ha convalidato l’arresto in flagranza di Giovanni Luppino, l’autista che ha accompagnato Matteo Messina Denaro alla clinica La Maddalena di Palermo il giorno dell’arresto. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere. Luppino, che risponde di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso, si è difeso sostenendo di non sapere che l’uomo che stava accompagnando fosse Matteo Messina Denaro. Il commerciante di olive ha spiegato di averlo conosciuto qualche mese fa e che gli era stato presentato, con il nome di “Francesco”, come il cognato di Andrea Bonafede. Luppino ha aggiunto di averlo accompagnato lunedì scorso per la prima volta a Palermo, dove il boss doveva sottoporsi a un ciclo di chemioterapia, perchè gli era stata chiesta questa cortesia proprio a causa delle sue condizioni di salute. Al momento dell’arresto Luppino aveva con se un coltello a serramanico con lama da 18,5 cm. E oggi, durante l’interrogatorio di garanzia, quando il gip Fabio Pilato gli ha chiesto come mai girasse con il coltello, Luppino ha risposto: “Lo porto sempre con me”. “Anche per andare all’ospedale?”, gli ha detto il gip e Luppino ha risposto: “Sì”.




Giovanni Luppino “ha certamente contribuito, in senso materiale e causale alla prosecuzione della latitanza di Messina Denaro, facendogli da autista e accompagnatore personale, ha certamente garantito a questi possibilità di spostamento in via riservata senza necessitò di ricorrere a mezzi di locomozione direttamente condotti dallo stesso latitante o mezzi di locomozione pubblici o privati che potessero in qualche modo ‘esporlo’ alla cattura”: è quanto scrivono i pm della Dda di Palermo nella richiesta di convalida dell’arresto di Giovanni Luppino.

LA RINUNCIA A COLLEGARSI IN VIDEOCONFERENZA

Intanto Messina Denaro ha rinunciato a collegarsi in videoconferenza dal carcere de L’Aquila, dov’è detenuto, con l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, dove si sta svolgendo il processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Lo ha comunicato il presidente della Corte d’Assise d’appello. Sarebbe stata la prima volta in un’aula giudiziaria dell’ex latitante.