Mariano Ferro, stasera è stato nel presidio di Modica ed intervistato da Salvatore Cannata in diretta su Video Regione ha confermato che la protesta andrà avanti, sino a quando non ci saranno risposte concrete da parte del governo regionale e nazionale.

Durante l’intervista si sottolineava come i Siciliani in questi giorni, abbiano approvato la protesta.

Ma un conto è stringere i denti cinque giorni, un conto è continuare a stringerli senza rischiare che qualcuno si rompa!

In realtà  i cittadini si stanno stancando di entrare nelle macellerie e non poter comprare la carne per i propri figli o per le persone anziane, stanchi di entrare nei supermercati e di trovare lo scaffale del latte vuoto, stanchi di non avere benzina nelle auto per potersi spostare magari nei comuni limitrofi e provare a “saccheggiare” qualche supermercato magari un po più fornito. Ai Siciliani la protesta andava bene perché il 21 gennaio tutto sarebbe dovuto tornare alla normalità, ma ora la cosa incomincia a pesare parecchio,  poiché ad oggi gli unici a subire danni e disagi sono proprio i SICILIANI!

Un altro dato che sta emergendo in queste ore chiaramente è che in realtà non c’è una vera e propria organizzazione: pare che ogni presidio decida il metodo e i modi da utilizzare per protestare. Aldo Bertolone (uno dei fondatori del movimento dei forconi) in una intervista video rilasciata a Nove Tv stamane (ecco il link: https://www.novetv.com/?p=11697) ha detto, che la protesta è libera e quindi chi vuole aderire …aderisca; ma in realtà cosi non è stato, poiché alcuni commercianti a Scicli sono stati costretti a chiudere anche contro la loro volontà.

Poi ci sono gli agricoltori, l’intera fascia trasformata sta subendo un forte danno, con serre piene di ortaggi non raccolti. A tanti andava bene fermarsi per una settimana, rischiare di perdere qualche migliaio di euro, ma ora non più. Continuare a non raccogliere i prodotti già maturi, significherebbe dire addio ad un anno di lavoro.

Anche gli operai, costretti a rimanere a casa, non potranno tollerare di starci ancora. A gennaio la busta paga sarà per molti misera. E intanto le bollette continuano ad arrivare.

Insomma, con questo articolo vogliamo invitare a riflettere un attimino e vogliamo far notare come la situazione stia precipitando forse più del previsto.

Non vorremmo ritrovarci a scrivere storie di violenza, destinate ad avverarsi se non si mollano un po le redini.

Giovanni Giannone