Si avvia a conclusione, la vicenda della scomparsa di Maria Giovanna Aprile, l’allora ventisettenne donna sciclitana della quale non si hanno notizie dal 25 ottobre del 1998.

Il 18 novembre scorso il marito Carmelo Allibrio ha presentato ricorso col quale ha chiesto al Tribunale la dichiarazione di morte presunta.

In data odierna il Tribunale di Modica ha pubblicato la richiesta di morte presunta a carico della Aprile.

La richiesta di morte presunta resterà pubblicata in Tribunale per novanta giorni e per due volte consecutive a distanza di dieci giorni con l’invito a chi ne abbia notizia della scomparsa di comunicarla alla magistratura.

La donna, madre di due gemelli ormai adolescenti, si sarebbe allontanata dalla sua abitazione di via Musso, nelle prime ore della mattinata di quel lontano 25 ottobre 1998, nessuno all’epoca dei fatti notò l’allontanamento della stessa dalla sua abitazione, ma da quel momento di lei si sono perse le tracce.

I primi sospetti caddero sul marito, nel 2003 fu addirittura arrestato, ma poi scarcerato poichè non c’erano prove del suo coinvolgimento nella vicenda.

Amara sorte anche per la madre di lui, nel maggio del 2005 infatti, la donna è stata trovata morta annegata nella vasca di raccolta delle acque piovane della loro azienda agricola di Contrada Serra Giumenta, non si è mai ben capito se si è trattato di un incidente o di morte violenta da addebitare a terzi.

La madre di Maria Giovanna non si è mai rassegnata per la scomparsa della figlia, fu lei a chiamare la trasmissione “Chi l’ha visto” per cercare aiuto a quanti potessero averla frequentata o vista nell’ultimo periodo.

Queste le notizie riportate sul sito della trasmissione in merito alla vicenda di Maria Giovanna Aprile:

 

11 Aprile 2000:

 

A distanza di un anno e mezzo dalla scomparsa i Carabinieri di Modica hanno fatto sapere che stanno per arrivare ad alcuni riscontri importantissimi per le indagini, per il momento sono ancora riservati.

 

Un investigatore privato, un ex carabiniere che gratuitamente sta cercando di aiutare la famiglia nelle ricerche, ha riferito che avrebbe trovato nuovi testimoni della vita di Maria Giovanna Aprile. Un uomo, in particolare, l’avrebbe frequentata nei sette mesi precedenti alla scomparsa. “Dalle informazioni assunte – ha dichiarato l’investigatore – si delineano due possibilità: la prima è che Maria Giovanna fosse affascinata dalla Francia, e quindi una possibile avventura in Francia dove pare avesse conosciuto qualche persona nel corso di un viaggio a Lourdes; la seconda, invece, riguarda la sua vita familiare: il marito, pur essendo disponibile ad accompagnarla in discoteca o altri posti, sicuramente non era disponibile ad un allontanamento definitivo da parte della moglie”.

 

La mattina della scomparsa, una domenica, il marito di Maria Giovanna Aprile aveva portato i figli dalla suocera. Alle 9,30, sarebbe tornato a casa per prendere degli attrezzi da lavoro che aveva dimenticato e avrebbe sentito, al di là della porta del bagno, la moglie che si stava asciugando i capelli. Con lei avrebbe preso accordi per vedersi più tardi. Rientrando alle 12,30 avrebbe notato che la moglie non c’era e che mancavano due borsoni, il telefono cellulare, il caricabatterie, alcuni vestiti e una somma di denaro imprecisata, fra trecentomila lire e un milione. Nessuno avrebbe visto la donna andar via, nonostante l’abitazione fosse centrale. In quel periodo i treni di domenica non partivano e gli autobus cominciavano le corse solo nel pomeriggio, quindi si sarebbe dovuta allontanare con un’auto.

 

La madre di Maria Giovanna Aprile ha rivolto un accorato appello: “I bambini sono a casa con me e addirittura li metto a letto con me nel letto grande, e il nonno va nella stanzetta dove dormiva Maria Giovanna. A questo punto non mi interessa se andata con qualcun altro, basta che si faccia sentire. Vorrei solo sapere se sta bene”.

 

17 marzo 2003

 

In questi anni le ricerche di Maria Giovanna Aprile non si sono mai interrotte. I genitori si sono anche rivolti ad un investigatore privato, Elio La Rosa, che ha svolto un accurato lavoro di ricerca anche in Francia, dove qualcuno l’aveva segnalata. A “Chi l’ha visto?” La Rosa ha raccontato: “Ho seguito la pista di un allontanamento volontario e quindi l’ho cercata fuori, in Francia e in Italia ma non ho ottenuto alcun riscontro. Penso quindi che a questo punto le indagini debbano ripartire da Scicli”. Nei primi tempi, infatti, si era pensato ad un allontanamento volontario. Ma c’erano alcuni dubbi irrisolti. Quel 25 ottobre del 1998 nessuno aveva visto la donna uscire di casa. Era domenica e né autobus né treni partivano da Scicli. L’ipotesi formulata fu che la donna avesse incontrato qualcuno con cui andare via. Il marito aveva anche denunciato l’abbandono del tetto coniugale.

 

“Chi l’ha visto?” ha ripreso le ricerche proprio da Scicli provando a ripercorrere, ad una ad una, le circostanze riferite all’epoca dal marito della donna scomparsa, rilevando alcune incongruenze. Il 25 ottobre 1998 il marito di Maria Giovanna Aprile, Carmelo, aveva detto di aver accompagnato alle 7,30 i bambini dalla nonna perché doveva svolgere un lavoro come muratore. Alle 9,30 sarebbe rientrato per recuperare alcuni attrezzi da lavoro che aveva dimenticato, ma si trattava di arnesi incompatibili con il tipo di lavoro che aveva detto di dover fare. Aveva inoltre dichiarato che la moglie si sarebbe allontanata portando con sé 300.000 lire che lui aveva ricevuto da una signora in pagamento di un lavoro. Ma la stessa committente avrebbe negato la circostanza.

 

A distanza di quasi cinque anni la madre di Maria Giovanna Aprile ha ricordato che nessuno avrebbe più visto la figlia tra sabato 24 e domenica 25, a parte il marito. Inoltre ha anche raccontato di una strana telefonata con il genero, che risalirebbe proprio al sabato precedente la scomparsa.

 

All’epoca della scomparsa, la gente di Scicli aveva parlato di Maria Giovanna Aprile e del marito come una coppia molto affiatata. Ma le voci raccolte oggi sembrano molto contraddittorie. Uno degli amici di Maria Giovanna Aprile ha parlato di un legame particolare tra lei e un certo Francesco, un giovane di Vittoria (Ragusa). Raggiunto telefonicamente in Francia, dove ora lavora, Francesco ha raccontato: “Si andava con amici in discoteca. Suo marito non la faceva mai uscire. Restava con lui solo per i figli. Mi diceva che, fino a quando erano fidanzati, lui non aveva mai alzato le mani, ma che dopo sposati aveva provato a farlo”.

 

“Chi l’ha visto?” ha anche tentato più volte di contattare il marito della donna scomparsa, ma senza avere alcuna risposta.

 

16 Giugno 2003

 

Il 16 giugno alle 14,15 Carmelo Allibrio è stato scarcerato. Il provvedimento di custodia cautelare è stato annullato dal tribunale del riesame di Catania. Il 31 maggio scorso Carmelo Allibrio era stato infatti arrestato, come ha specificato il dr. Domenico Platania, procuratore della Repubblica di Modica, con l’accusa di “omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere”. Allibrio in un’intervista a “Chi l’ha visto?” del 15 gennaio 1999 aveva detto: “Non lo potrei fare mai perché la amo più di me stesso. Non lo potrei fare perché era l’unica persona cara che mi resta”. Il giorno dell’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei giorni successivi al suo arresto, i Carabinieri di Modica hanno cercato tracce tra le pareti di casa sua, dove tutto ancora parla di Maria Giovanna Aprile e della sua vita con il marito e figli. Ma l’abitazione non è stato l’unico luogo dove sono state effettuate le ricerche. Il capitano dei Carabinieri ha dichiarato: “Stiamo anche effettuando degli accertamenti su una vecchia abitazione di proprietà della nonna di Carmelo Allibrio. L’unica cosa anomala che abbiamo riscontrato nel corso del sopralluogo è questo buco nel pavimento, che è stato scavato per circa un metro e mezzo di profondità e che era stato ricoperto con un gittata di cemento, quindi non il pavimento, e nascosto con un armadio e dei cartoni”. Le ricerche sono state svolte anche nei terreni di proprietà di Carmelo Allibrio. A questo proposito il capitano ha aggiunto: “Fino a qualche tempo prima della scomparsa di Maria Giovanna i terreni stessi erano in condizioni di quasi completo abbandono. La sistemazione è avvenuta in epoca successiva al 25 ottobre”.

 

A Scicli l’arresto di Carmelo Allibrio sembra abbia destato grande perplessità. Tutti sembrano convinti della sua innocenza e in molti pensano che Maria Giovanna Aprile si sia allontanata volontariamente. Un giovane di Ragusa, che per diversi mesi ha avuto una relazione con la donna scomparsa, ha raccontato di lei: “Non era una ragazza che amava le storielle di una sera, due sere, lei aveva bisogno soltanto di una persona che riuscisse a capirla. Giovanna mi diceva che suo marito qualche volta la picchiava, perché le trovavo qualche livido. Lei mi ripeteva sempre: “mio marito non vuole assolutamente che io lo lasci”. Prima che scomparisse ho provato a chiamarla svariate volte, giorni prima, senza avere risposta allora mi sono deciso a chiamarla a casa. Il giorno prima che scomparisse mi ha risposto il marito e non me l’ha passata, cosa che altre volte ha sempre fatto”.

 

Ci sono ancora molte circostanze da chiarire e i genitori della donna scomparsa aspettano questi chiarimenti da cinque anni. Qualcuno avrebbe accusato il padre di Maria Giovanna Aprile di essere responsabile dell’arresto di Carmelo Allibrio tanto che il signor Aprile è stato colto da un malore. La moglie ha dichiarato: “Che Carmelo è stato arrestato mi dispiace tanto, sempre lo dico perché io non voglio male a nessuno, voglio solo ritrovare mia figlia”.

 

Nel corso della puntata del 16 giugno, in diretta telefonica, Carmelo Allibrio, subito dopo la sua scarcerazione, ha detto: “Non sono stati dei bei momenti. Purtroppo penso che forse sono cose che nella vita si devono passare. Mi sono affidato nelle mani della magistratura. Spero che si venga a capo di qualcosa, perché io da tutto questo ne voglio uscire il prima possibile. Spero che si dia luce a qualcosa di importante. Per il resto sono sospetti, fatti non concreti, perché si parla di qualcosa che non si sa neanche cos’è. Perciò sono nelle mani della magistratura, spero che faccia il suo corso il più presto possibile, mi rimetto nelle loro mani e per il resto lasciamo andare tutto così. I bambini stanno bene, ci siamo visti stasera, abbiamo parlato della scuola, come vanno gli esami. Tutto sommato stanno benissimo. Hanno chiesto non tanto della mamma ma dov’è stato il papà in questi giorni. Io gli ho risposto evidentemente dove sono stato e i giorni che ho passato che non sono stati giorni ideali per me. Certo soffriranno tantissimo perché non è di tutti i giorni che la mamma venga a mancare a due bambini. Io faccio tutto il possibile per riempire quella loro lacuna, come altrettanto lo fanno i nonni. Più di questo non posso fare. Le indagini proseguono, spero che al più presto si concluda tutta la vicenda e che tutto vada per il meglio”.

 

3 ottobre 2003

 

Il 19 agosto, come ha spiegato la cronista Rossella Schembi de “La Sicilia”, Carmelo Allibrio è stato arrestato di nuovo, con l’accusa di omicidio e di occultamento del cadavere della moglie. Inoltre è stato accusato di avere ucciso sua madre. Ma dopo undici giorni è stato nuovamente rilasciato. Il dottor Domenico Platania, Procuratore della Repubblica di Modica (Ragusa) ha raccontato: “Nel 1995, all’interno di una cisterna piena d’acqua, viene trovata morta Carmela Alescio, madre di Carmelo Allibrio. Il coniuge consegna ai carabinieri un biglietto autografo scritto con una penna biro in cui si annunciava il suicidio”. All’epoca dei fatti la morte della donna venne infatti immediatamente archiviata come un caso di suicidio. Dopo otto anni proprio quel biglietto è stato uno dei gravi indizi che hanno portato al secondo arresto di Carmelo Allibrio. Il Procuratore ha spiegato: “Quando Allibrio fu tratto in arrestato con l’accusa di omicidio della moglie, all’interno del suo portafogli i Carabinieri trovarono un altro biglietto autografo in cui c’era scritta una frase simile a quella del biglietto trovato vicino alla cisterna. Il mio consulente ha concluso che vi era un grado elevato di probabilità che i due biglietti, sicuramente provenienti dalla stessa persona, fossero ascrivibili ad Allibrio Carmelo”. L’avvocato difensore di Allibrio, Giuseppe Pitrolo, ha dichiarato: “Ritengo l’accusa assolutamente infondata, dal momento che Carmelo Allibrio non può essere autore di quell’omicidio perché quel giorno si trovava in un altro posto. Proprio in quel giorno e in quell’ora.