Cos’è il talento? Ne siamo tutti dotati? Quando diventa illusione e inganno? Attorno a queste domande ruota L’uva e l’acciaio, la biografia romanzata di Daniele Barioni, edito da Giraldi Editore e scritto dalla giornalista Camilla Ghedini.

L’uva e l’acciaio, sarà disponibile in tutte le librerie e negli store on line, a partire dal 15 ottobre. La presentazione in anteprima è prevista per venerdì 18 ottobre, alle 21, al Teatro De Micheli di Copparo, dove Barioni è nato e dove vive Paolo Govoni, presidente della Camera di Commercio di Ferrara, che del libro ha avuto l’intuizione e che ha firmato l’introduzione.

Luciano Pavarotti definì, Daniele Barioni, “tra i tenori di un altro pianeta, capace di cose che in passato sono riuscite solamente a lui e a pochissimi altri.”

Un dialogo immaginario tra il grande tenore di fama mondiale e un giovane artista. Una narrazione pensata non tanto e non solo per gli addetti ai lavori, quindi per gli amanti dell’opera, quanto per chi si interroga sul proprio valore e può vedersi riflesso nell’uno o nell’altro personaggio. Ci sono licenze di immaginazione, interpretazione. C’è l’attribuzione di riflessioni che tali sono nell’idea da lui trasmessa di sé. Perché come spiega Ghedini nella prefazione, «ciascuno di noi, che lo riveli o meno, ad un certo punto della propria esistenza si domanda come lo vedono gli altri, cosa rimarrà dopo».  Ghedini, pur mantenendo l’ambientazione a Ferrara, dove Barioni oggi vive, ha lasciato ovattati ambienti, personaggi, nomi, date.




A confronto sono due mondi, due generazioni, due temperamenti.

Tutto si snoda attraverso il concetto di sogno, nostro e altrui, che spesso vogliamo raggiungere a costo di smarrirci, intimoriti dall’idea di deludere chi ha proiettato in noi speranze proprie. C’è la famiglia, che può farci volare o castrarci. La casualità. Il coraggio. L’ambizione.  La biografia di Barioni diventa strumento per riflettere sul concetto di successo, di carriera, che è tale solo se non ci snatura. Un inno alla costanza e alla determinazione, che diventano merito e orgoglio. Valori che oggi vacillano, quasi fossero accessori e non indispensabili.  E così Barioni diventa Maestro di ‘sola’ vita ‘sottraendosi’ al mito. Perché i grandi della storia, da sempre, la differenza la fanno con la loro umanità.




Camilla Ghedini, giornalista professionista, esercita in libera professione nel campo dell’informazione convenzionale e integrata, occupandosi in particolar modo di economia e politica.

Collabora con quotidiani e periodici, tiene docenze (Master Giornalismo Unibo) sul lavoro autonomo, conduce un’intensa attività di relatrice. Come scrittrice, le sono cari i temi inesplorati di carattere sociale.

Tra i libri pubblicati con Giraldi, INTERRUZIONI (2016), da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale con focus sul testamento biologico portato in scena dall’attrice milanese Gianna Coletti, attualmente in tournèe.

Il libro è stato nuovamente edito nel 2018 con introduzione di Mina Welby.

Info dettagliate su  www.ufficiostampacomunicazione.com

 

 

Daniele Barioni, nato a Copparo (Ferrara) nel 1930, vive a Ferrara. Figlio di agricoltori, appena diciottenne fu mandato dalla madre Wanda, detta Fedora, a studiare canto a Milano.

Esordi nel 1954 al Teatro Nuovo, come Turiddu, nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.

Tra il pubblico c’era Rudolf Bing, l’allora direttore del Metropolitan di New York. Inizia così la sua trionfale carriera, cementata dal matrimonio con la pianista italo americana Vera Franceschi, morta di leucemia nel 1966.