veronica panarelloIl 31 dicembre alle 9.30 i giudici del Tribunale del Riesame di Catania hanno fissato l’udienza che valuterà l’ordinanza emessa dal Gip Claudio Maggioni che ordina a Veronica Panarello di stare in carcere con l’accusa do avere ucciso il figlio e avere occultato il cadavere.

Un’ordinanza impugnata dal legale della donna Francesco Villardita che ha chiesto al tribunale della libertà la scarcerazione della donna non presentando subordinate o pene detentive alternative come i domiciliari. L’avvocato ha difeso la Panarello spiegando  che l’impianto accusatorio della Procura si basa su una ricostruzione senza prove, basata su indizi e privo del movente. Per il giudice per le indagini preliminari Claudio Maggioni, che ha confermato le accuse della Procura di Ragusa, l’indagata ha mentito, negando anche l’evidenza. Le telecamere di videosorveglianza smentiscono la ricostruzione del tragitto della Panarello la mattina del 29 novembre. Il gip ha convalidato il fermo in carcere per i gravi indizi di colpevolezza aggravati dal grado di parentela e dall’efferatezza con la quale è stato commesso il reato, per il pericolo di reiterazione del reato, per l’indole malvagia, e per il pericolo di fuga.

L’udienza al riesame si terrà a porte chiuse a Catania, tribunale competente per distretto giudiziario, dove per la difesa c’è l’avvocato Villardita e per l’accusa il procurato capo della repubblica presso la Procura di Ragusa Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota.

Intanto il nonno del piccolo Loris, Andrea Stival, ha denunciato alla polizia postale la pagina Facebook “Veronica Panarello e’ innocente”, chiedendone la chiusura.  Un gruppo diventato virale che  ha raccolto, in poche ore,  1.553  ‘mi piace’. Ma il nonno paterno di Loris, Andrea Stival, ha espresso nei giorni scorsi il proprio disappunto per quello che ha definito “un cortile pubblico” sul terribile omicidio, chiedendo “rispetto per chi soffre” .  “Finitela, ha scritto Andrea Stival, nonno del piccolo Loris, di scrivere commenti o di farvi i vostri film mentali, solo ed esclusivamente per il piacere di aprire la bocca. In privato a questo sito avevo chiesto di chiuderlo e gentilmente ci avete mandato a quel paese. Ora basta. Non è a noi che la polizia fa un baffo ma a tutti quelli come voi che vi nascondete dietro ad un social network”.

Viviana Sammito