“Si è rotto l’incantesimo. Si è spezzata l’armonia. Il danno è pesante, di certo irrecuperabile in tempi brevi. Non ci sono parole per descrivere la gravità di quello che è accaduto. Rimango inorridito al pensiero di quante bestiole chiuse nei recinti siano rimaste vittime delle fiamme. E, ancora, quanta passione, quanto lavoro, quanti soldi pubblici indirizzati alla salvaguardia idrogeologica sono finiti in fumo in poche ore. Da subito, però, dobbiamo pensare a ricostruire, a ricreare le condizioni per ripartire. La politica scommette buona parte della propria credibilità su questo versante. Il fuoco è ancora caldo, i danni non ancora quantificati. Ma, sin da subito, è necessario predisporre un piano d’azione per fare rivivere il parco di Calaforno”. E’ il commento che arriva dal presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa, dopo l’incendio che ha devastato buona parte del patrimonio boschivo a cavallo tra i territori comunali di Giarratana, Monterosso Almo e Ragusa, in zona San Giacomo.




“Ieri, mentre guardavo le immagini di quella devastazione – continua l’on. Ragusa – c’era qualcosa dentro di me che stava morendo. In molti sanno che, per il mio trascorso professionale, sono molto vicino agli operatori e ai fruitori delle aree boschive. Quindi, so benissimo quale la percezione e che cosa significa subire un danno del genere. Ho sempre pensato che la prevenzione sia l’arma più efficace per difendere il patrimonio boschivo. L’irrigidimento nei confronti dei fruitori del bosco a qualsiasi titolo non ha portato alcun vantaggio. Mi ritornano in mente le parole del professore Cesare Cantelmo, conosciuto negli stage professionali tenuti presso le varie scuole di formazione forestale, che faceva sempre riferimento alla necessità di riprendere per mano la comunicazione a tutti i livelli, dal dirigente al semplice cittadino che porta la famiglia a passeggio nelle aree boscate. Dopo un comprensibile smarrimento, quindi, ho

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