Era iscritto all’albo dei praticanti forensi di Catania da un decennio e pur non avendo mai preso l’abilitazione, per tutti era comunque l’avvocato, soprattutto negli ambienti malavitosi. Giuseppe Antonio Spampinato, un 41enne insospettabile colletto bianco incensurato, originario di Catania ma da anni residente a Vittoria, si era specializzato nel traffico e nella ricettazione di armi, anche automatiche da guerra, e nello spaccio di eroina, cocaina e hashish nella provincia iblea, facendo da apripista per la «Stidda» vittoriese che voleva imporre il suo monopolio in un mercato che lo stesso Spampinato definiva aperto in un territorio ancora vergine.
E’ quanto emerso dall’operazione «Fil Rouge 2», condotta dai Carabinieri con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Catania. Sono una cinquantina gli indagati per il traffico di armi e droga che coinvolgeva le province di Palermo, Catania, Ragusa e Caltanissetta. Oltre a Spampinato sono stati arrestati per associazione per delinquere Alfredo Sortino, Luca Gravina e Giovanni Vespertino, tutti pregiudicati vittoriesi, e altri quattro tunisini. L’avvocato, che si occupava dei canali di approvvigionamento e della rete di corrieri e spacciatori tunisini, suddivisa in quattro grossi gruppi, non si era fatto scrupolo di mostrare ad un complice un fucile a canne mozze nel suo studio di Vittoria, vantando al telefono con la moglie la compravendita di decine di armi già utilizzate per furti e rapine soprattutto a Palermo, come si evince dalle intercettazioni ambientali e telefoniche il cui contenuto è stato illustrato dal procuratore aggiunto della Dda di Catania Amedeo Bertone, dal sostituto procuratore della Dda etnea Lucio Setola, dal comandante provinciale dei Carabinieri di Ragusa Salvo Gagliano e dal capitano Carmine Gesualdo.

 

fonte Corriere di Ragusa