“La Sicilia del mito e del rito. La Madonna guerriera di Scicli suggestiona devoti e turisti. Si erge fiera con la spada sguainata, su un bianco cavallo”. (Elio Vittorini)

 

 

 

 

 

 

L’Emiro Belcane è stato cacciato. Scicli è salva. Ancora una volta. Il miracolo è stato compiuto: Maria Mulici, la Madonna a cavallo armata di spada, ha liberato la città dai saraceni. Il popolo in festa presente in piazza Italia ha risposto con un applauso gioioso, cui è seguito il canto dell’Angelo intonato da Rosa Mormina, per ringraziare Maria la Liberatrice.

L’edizione 2012 della sacra rappresentazione, la cui direzione artistica è stata appannaggio di Massimo Leggio, ha suggellato il legame viscerale che unisce la Madonna agli sciclitani. Un atto di fede, affetto, nostalgia, dolcezza. Questi i molteplici sentimenti testimoniati, con straordinaria partecipazione, dalle migliaia di presenze, anche straniere, che hanno affollato Scicli. La rievocazione storica ha fatto registrare, infatti, nonostante la crisi economica, un significativo aumento dei turisti rispetto allo scorso anno.

Annoverata tra i beni immateriali, patrimonio dell’umanità, ed inserita nel calendario regionale dei “Grandi Eventi”, la Festa della Madonna delle Milizie, nella messa in scena realista di Leggio, ha incantato gli spettatori. Il copione è un adattamento drammaturgico dello stesso regista a partire dal testo di Giuseppe Pacetto Vanasia del 1933. La scena si è svolta in una cornice unica al mondo. Alle spalle del palcoscenico allestito in piazza Italia, si erge sulla roccia il santuario di San Matteo, fiammeggiante di luminarie e fuochi pirotecnici. Una suggestione scenica magica quella rievocata nella rappresentazione della festa. Il racconto del contesto storico, narrato in scena da Valentina Ferrante, ha regalato all’attento pubblico sciclitano uno frammento della Sicilia medievale. Il fiero Emiro Belcane, interpretato da un convincente Daniele Pecci, è apparso, per la prima volta, in versione “arabeggiante”. Pecci ha offerto un’apprezzata interpretazione sottilmente sarcastica. Alla Scicli del terzo millennio l’attore ha consegnato una rilettura realistica dell’Emiro. Il saraceno che giunge in Sicilia per conquistarla è sfrontato e sicuro di sé.

“E’ stata una scelta elaborata durante le prove insieme a Massimo Leggio”, ha dichiarato Pecci dopo la rappresentazione. Un personaggio, quello dell’Emiro Belcane, che l’attore sente ormai suo. “Se mi chiedessero di tornare a Scicli per interpretare nuovamente Belcane – ha ammesso soddisfatto – non esiterei un attimo. Ci tenevo a farlo bene. È un personaggio di grande impeto”.

Massimo Leggio, dal canto suo, ha interpretato un conte Ruggero regale e maestoso che rivendica il valore assoluto della cristianità.

Carlo Cartier ha conferito una commovente profondità psicologica all’eremita, personaggio che ha riportato in scena per il secondo anno consecutivo. Di straordinaria resa spettacolare la battaglia che prelude all’intervento divino della Madonna delle Milizie. Una coreografia su cui il regista ha puntato molto. “Sulla ricerca del realismo – ha affermato Leggio – abbiamo lavorato molto. È stata l’idea che ha accompagnato la mia regia della sacra rappresentazione. Sono contento della resa finale”.

Nel cast della rievocazione, vanno menzionati anche: Salvatore Mormina, il messaggero; Simonetta Arrabito, la contessa; Giuseppe Stimolo, il capitano; Daniele Voi, l’ambasciatore; Alessandro Campo, il luogotenente saraceno; Enzo Ina, il nunzio.

Nutritissimo anche il gruppo dei figuranti. Quest’anno, per la prima volta sul palco, è stata presente l’intera associazione di cantori siciliani “Energia e Simpatia”. Del gruppo fa parte anche Rosa Mormina, la voce del popolo che trasuda storia, che ha cantato l’Angelo. Leggio, anche in questa scelta, ha voluto rievocare la tradizione popolare sciclitana.

(Foto Bartolo Trovato)