salvuccio agosta salvatoreVoglio riportare un vecchio articolo dedicato a Salvatore (Salvuccio) Agosta estrapolato dal sito www.sacrocuoremodica.it .

Io ho trascorso con Salvatore 5 anni della mia vita, alle superiori, a Modica all’ITG L.B. Alberti. Eravamo in classe assieme. Lui mai una parola di troppo, mai lo vedevi arrabbiato; sempre pronto ad aiutarti e a darti una parola di conforto.

Ricordo che poi, dopo il diploma, durante le mie trasmissioni radiofoniche mi chiamava spesso e mi richiedeva sempre la stessa canzone: Claudio Baglioni, “La vita è adesso”.

La sua prematura scomparsa ci è piombata addosso come un masso caduto dal cielo. Tutti a chiederci: “perchè proprio lui, una persona buona, gentile, che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri, …”.  La risposta più plausibile: “Dio lo ha voluto a suo fianco”.

Giovanni Giannone

 

Qui sotto l’articolo.

Salvuccio Agosta

Tra i tantissimi giovani cresciuti o solo passati in questi anni dalla nostra parrocchia del Sacro Cuore, ce n’è uno che, silenziosamente, in punta di piedi, è stato tra noi come un angelo di passaggio.

“La sua breve vita è stata una continua apertura al Mistero di Dio con cuore e occhi da bambino” (da “Testimoni di vita cristiana del XX° secolo nella Chiesa di Noto). E nella semplicità di Salvuccio Agosta possiamo veramente scorgere le beatitudini che tutti siamo chiamati a vivere: povero in spirito, mite, misericordioso, puro di cuore, operatore di pace, affamato di giustizia, Salvuccio viveva non per sé, ma per gli altri, sminuendo i suoi bisogni e le sue sofferenze. Afflitto dalla malattia che lo consumava lentamente, continuava a donarsi generosamente e senza mai perdere il sorriso, per curare chi aveva accanto, vivendo il dolore con la grande forza della fede, con una pace del cuore che viene solo da Dio. Invece di scoraggiarsi, infondeva coraggio negli altri, nei suoi stessi familiari, facendoli partecipi di quel disegno su di lui che già vedeva compiersi e che li invitava a capire. Ma che avrebbero capito solo con il tempo, ripercorrendo sotto una nuova luce la grande testimonianza cristiana di Salvuccio, attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana.

La santità cristiana spesso si manifesta proprio nella vita di tutti i giorni, nelle piccole cose, piuttosto che in chissà quali opere o gesti plateali. E Salvuccio, non a caso, viene ricordato da chi l’ha conosciuto come un ragazzo che “era solito parlare poco e vivere molto”. Le vite che ha incrociato non possono dimenticare i suoi occhi azzurri e luminosi, dai quali traspariva la limpidezza del suo animo e il grande amore per gli altri e per la vita, di cui era animato. Scriveva: “Signore, donami un cuore semplice che non abbia rancore dei comportamenti altrui, che proprio perché sono persone sono destinate a sbagliare. Signore, dammi la carità, perché possa portare alto il Tuo nome e non mi faccia predominare dalle tentazioni terrene.“ In queste parole traspare la sua profonda umiltà e umanità, nel doversi confrontare con un mondo che spesso disprezza i buoni, che li considera dei deboli e li tratta come dei perdenti. Salvuccio certamente ha dovuto anche attraversare momenti di scoraggiamento, insulti, malignità. Il male del mondo però non lo ha corrotto né ha potuto contaminare la purezza del suo essere, del suo donarsi con amore per tutti.

Dal suo amore per i più deboli era nata la sua grande dedizione per l’iniziativa della Colletta Alimentare, che lo vedeva ogni anno impegnato in prima persona, con costanza, anche durante la malattia. “Dieci mesi prima di spegnersi, all’età di 26 anni […] pur nell’incertezza della sua probabile guarigione, ha continuato a servire gli altri, partecipando ugualmente, e come sempre da anni, al Banco Alimentare della sua città.” Una presenza operosa e un esempio, quelli di Salvuccio, a cui si è pensato, infatti, di dedicare l’iniziativa, per i prossimi anni.

Al ricordo di Salvuccio è stato dedicato, ad agosto del 2007, il pellegrinaggio di alcuni giovani delle parrocchie di Modica a Loreto, per la Giornata della Gioventù con il Papa. Anche Salvuccio aveva spesso partecipato, con grande entusiasmo, ai raduni con Papa Giovanni Paolo II, e questi giovani hanno voluto ricordare, con questa iniziativa, un ragazzo come loro. Un ragazzo, allo stesso tempo, straordinario.p

Il progetto di Salvuccio era proprio quello di portare i giovani a Gesù, attrarli verso l’unica Verità. Un progetto che si sarebbe concretizzato con la laurea in Teologia e la costruzione di una chiesetta e di altri luoghi di incontro e preghiera, in seno al movimento Comunione e Liberazione, di cui faceva parte dall’adolescenza.Ma, come ‘il giusto’ delle Scritture, ci ha lasciati prematuramente. Dio ha voluto con sé questa mente semplice, ‘perché la malizia non ne mutasse i sentimenti o l’inganno non ne traviasse l’animo’. Ora ha trovato riposo tra le braccia di Colui che ha riempito di significato e di bellezza la sua breve vita.In chi l’ha conosciuto o ha saputo di lui dopo la scomparsa, il ricordo e la testimonianza di Salvuccio hanno suscitato e continuano a suscitare nuova sete di quell’acqua viva che solo Cristo può donare.Come il chicco di grano, la sua storia e il suo esempio stanno dando frutto, e Salvuccio è oggi dal Cielo, come piace ricordarlo ai suoi, “un punto di luce a cui guardare nel grigiore del mondo”.

 Lorena Floridia