Nato a Scicli il 30 agosto del 1923, Giovanni Abbattista ha  compiuto ieri cento anni, “ho raggiunto il secolo” dice sempre lui sorridendo e nei suoi racconti c’è la meraviglia di giorni che sembrano così distanti da noi. Nella sua voce risuona il sassofono che suonava quando era parte della banda musicale di Scicli e nei suoi occhi immagini di un paese più naturale e di una vita più lenta. In questi cento anni, ne ha viste e vissute di cose: la ricerca di fortuna in Libia alla tenera età di 15 anni, svariati mestieri tentati, il grande amore a 16 anni, il dopoguerra, il rientro e il trasferimento a Modica, il treno su cui lavorava e la ferrovia cui era tanto affezionato, cinque figli, dieci nipoti e otto pronipoti, eppure quando nonno parla di ciò che lo rende felice risponde sempre che è l’affetto l’unica cosa davvero importante.




Per chi invece si domanda quale sia l’elisir di lunga vita la risposta è quel detto siciliano che tutti sappiamo ma che lui ama servire attraverso le celebri parole di Dante “non ti curar di loro, ma guarda e passa”, esortando a vivere una vita alla ricerca di serenità e tranquillità pur attraversando situazioni avverse.

Noi sospettiamo però che parte del merito sia dei cruciverba di cui non può mai fare a meno e delle passeggiate che ama fare davanti al mare, lo stesso da novant’anni almeno, in cui andava a fare il bagno quando aveva dieci anni spostandosi con la sua cara bicicletta.

Ieri, a festeggiare il traguardo raggiunto da nonno Giovanni, anche la sindaca di Modica Maria Monisteri, che ha consegnato al festeggiato una targa con una dedica.