Secondo quanto rilevato in una indagine realizzata dal portale Skuola.net, la metà degli studenti delle scuole secondarie in Italia, rinuncerà quest’anno al tradizionale viaggio di istruzione, quello con il pernottamento fuori casa.

Nel 34% dei casi di rinuncia al viaggio d’istruzione è motivato dal rifiuto dei docenti a prendersi la responsabilità di vigilare su decine di adolescenti in gita. Ma in quasi 1 caso su 4, dietro al no alla gita, ci sono proprio questioni economiche, esplicite (il 15% fa notare che la gita sarebbe costata troppo) o implicite (il 7% dice che non si è raggiunto un numero sufficiente di partecipanti). Una quota maggiore anche rispetto a quanti sono stati fermati per motivi disciplinari (17%).




Sempre secondo il sondaggio, si assiste a una sorta di fuga dalle destinazioni estere, sicuramente più care:  ben 3 studenti su 4 resteranno all’interno dei confini nazionali. Giusto alle scuole superiori i viaggi all’estero salgono di poco (31%), probabilmente spinti da quelli svolti dai ragazzi dell’ultimo triennio e, soprattutto, dai maturandi. Di contro, per le classi medie, le gite “italiane” sfiorano il 90% del totale. Quasi la metà (43%) delle gite che prevedono di dormire fuori sono state o saranno tra i due e i tre giorni. Per quanto riguarda, poi, la spesa, in 2 casi su 3 il budget per il pacchetto viaggio più soggiorno non supererà i 400 euro, anche se 1 su 5 riuscirà addirittura a stare sotto i 200 euro. Altrettanti, invece, dovranno mettere in conto di spendere una cifra compresa tra i 400 ed i 600 euro, mentre 1 su 7 è andato oltre. Tuttavia, non sempre la mancata adesione dei singoli è legata alla scarsità di risorse finanziarie. Tra gli studenti che hanno deciso di non aggregarsi alla propria classe in partenza, ad esempio, la motivazione più diffusa (così nel 36% dei casi) è il mancato desiderio di socialità, che prevale sui motivi economici (30%) o sulla diffidenza dei genitori (17%).