Ram lubhaya cl. 73<<Il fermo non è stato convalidato perché si tratta di un ipotesi di tentativo di sequestro di persona, quindi la pena edittale è al di sotto del minimo consentito per la convalida per tentato sequestro di persona e sottrazione di minore>>. E’ questo in sintesi il contenuto della motivazione del decreto di scarcerazione emesso dal sostituto procuratore, Giulia Bisello.

Il pubblico ministero ha dunque ritenuto di mettere in libertà l’indiano, che ha rapito una piccola di 5 anni e che è stato bloccato, perché si tratta di un reato allo stato di tentativo. Il decreto è stato già notificato all’avvocato nominato d’ufficio, Biagio Giudice il quale ha spiegato la motivazione del decreto di scarcerazione. L’indiano di 43 anni, Ram Lubhaya, è un uomo libero. Tuttavia le indagini sono ancora in corso, il procedimento penale nei confronti dell’indiano prosegue, quando avverrà la convalida, a piede libero, non è ancora stato stabilito ma la procura  deve e sta cercando di fare luce su questo fatto di cronaca che ha destato non poco allarme tra la comunità.

Il pm sta accertando il racconto dei fatti dei genitori della piccola di 5 anni, dei testimoni. Nel frattempo però sui social network monta la rabbia degli internauti, dei cittadini che chiedono maggiore protezione e giustizia o quanto meno una misura cautelare alternativa alla detenzione, giusto per tenere sott’occhio il soggetto, che, allo stato attuale, è libero e senza fissa dimora. Potrebbe andare ovunque e probabilmente fare del male.

<<La prossima volta, chiamate di nuovo la polizia- scrive un altro utente di fb – si ma solo dopo averlo ridotto una larva>>. “Non ho parole! È una vergogna. Nient’altro da aggiungere! “Scrive un altro. “Abbiamo delle belle leggi! Ha commentato un altro cittadino”.  Ognuno si sente protagonista di questa triste vicenda, che sicuramente poteva andare peggio se non ci fosse stato l’intervento repentino del papà della piccola che l’ha strappata dalle grinfie del balordo.  Chi ha figli non si sente più al sicuro.

Viviana Sammito