Numerosa ed attiva partecipazione di cittadini in difesa del territorio all’assemblea pubblica del 13 Febbraio presso i locali del Centro Incontro di Donnalucata.

La “ Richiesta autorizzazione ricovero natanti a Micenci”, titolo della serata, ha sollevato la reazione critica di residenti, villeggianti e di quanti, a vario titolo, sono intenzionati a preservare il territorio dalla ennesima aggressione.
La contestazione ha riguardato il merito giuridico amministrativo, vigendo una sorta di limbo legislativo per cui l’iter di adozione del Piano Spiagge è fermo da quasi dieci anni.
Oltre la valenza naturalistica, è stata sottolineata la memoria storica di questo tratto di spiaggia, dove sgorga la fonte che dà il nome a Donnalucata: un sito meritevole di vincolo paesaggistico.

Numerose e gravi le carenze tecniche rilevate in merito al rilascio di specifica autorizzazione al ricovero.

Il richiedente dichiara di essere istruttore di vela, ma pare non sia iscritto alla Federazione Vela del CONI.

Non risulta inoltre essere titolare di autorizzazione per noleggio di natanti presso la Capitaneria di Porto. Nella gestione di un rimessaggio imbarcazione sono necessari spazi idonei per gestire la base nautica “per natanti a vela” standard emanato dalla F.I.V. ; inoltre, risultano assenti sistemi per alaggio di imbarcazioni a motore, il cui peso elevato (500/600 Kg) impone l’uso di gru o sistemi a slitta meccanizzati sommergibili. Per non parlare dell’assoluta carenza di parcheggi e di aree destinate a deposito carrelli, della mancanza di un magazzino per le vele e per le attrezzature di bordo tipico dei rimessaggi, o degli spogliatoi per atleti ed allievi della scuola vela. 

E’ stato inoltre rilevato che la struttura non garantisce la sicurezza per i bagnati poiché l’area di balneazione è posta sottovento al corridoio di ingresso dei natanti rispetto al vento dominante e che il richiedente dichiara di voler esercitare l’affitto di pedalò e canoe ma quest’ultima attività è legata agli stabilimenti balneari, non all’esercizio del rimessaggio.

Altre contestazioni sul piano strettamente tecnico progettuale hanno riguardato:
1 – la scivola di accesso, secondo logica, dovrebbe correre parallelamente al lungomare, invece si protende sino alla fonte a guisa di barriera architettonica divisoria tra la porzione privatizzata ed il resto dell’insenatura.
2 – Lo smaltimento dei reflui dello chalet, vista la vicinanza alla battigia della vasca imhoff con tubi disperdenti nell’arenile, causerebbe, una cloaca sia in spiaggia che a mare. Si sarebbe dovuto prevedere, come minimo, l’adozione di bagni chimici ed un sistema di accumulo delle acque bianche da immettere nella fognatura comunale tramite pompa sommersa.

L’assemblea ha unanimemente concluso nei termini di una bocciatura incondizionata del progetto presentato e dell’apertura di un dibattito pubblico che funga da volano per l’adozione di un valido Piano di utilizzo delle aree demaniali marittime (P.U.D.M.).

Questo affinché si abbia un reale rispetto e un’adeguata valorizzazione dei nostri beni storici e paesaggistici e l’utilizzo e la gestione delle spiagge non risulti caratterizzato da un lato da una totale anarchia e dall’altro, in maniera puntiforme, un “affaire economico privatistico”,ma si diano risposte condivise alle giuste esigenze della collettività.
Non è più possibile consentire scempi del territorio, il territorio è una ricchezza preziosa che non va sperperata. Mai più si dovrà assistere ai tristi spettacoli delle strutture lasciate a marcire, monumenti alla pubblica vergogna, di cui il Titanic, lasciato lì, pur dopo l’ordinanza di sgombero fatta nel 2010 dal Comune di Scicli, rappresenta un semplice, eclatante, ma non unico, esempio.

Comitato Spontaneo Tutela Bene Comune