Nello-Dipasquale1E’ il prototipo del politico in transizione 2.0. Uno dei tanti accolti nel partito di Matteo Renzi che si ingrossa quotidianamente senza farsi troppe domande sul dna e sulla provenienza del proprio consenso, ma bada piuttosto al numero sempre più significativo che fa la differenza nella linea di demarcazione tra politica strutturata ed “altra politica“.

Recentemente si è tirato addosso le critiche di chi, nella buona memoria, gli ha ricordato lo scarso entusiasmo che fino ad un paio di anni fa suscitava in lui l’idea del partito democratico. “Questo Pd, fa schifo”, la frase in questione.

Di Nello Dipasquale, ex sindaco di Ragusa, e parlamentare regionale approdato al Pd, via Megafono, si possono dire tante cose, ma certamente racchiude in una sintesi molto precisa, il passato post democristiano e quello split italo-forzista post berlusconiano, con un invidiabile radicamento nel territorio ragusano dove, all’indomani della sua uscita di scena, hanno scelto un grillino, Federico Piccitto, e non un politico in soluzione di continuità, alla guida della città.

Adesso ha ufficialmente la tessera del partito democratico, ed in questa veste , che non ritiene per niente occasionale e di passaggio, rilascia l’intervista a Siciliainformazioni.

– Allora, si pente della sua frase poco felice, c’è qualcosa che vuole precisare, qual è la notizia?

– “Questa è la mia tessera n° 99….. le risparmio tutte le cifre. In questi giorni ho assistito ad una corsa alla delegittimazione della mia figura. Vogliono farmi passare per il trasfuga dell’ultima ora che sale sul carro dei vincitori. A nessuno fa comodo però ricordare che da anni mi sono allontanato dal centro destra, mi sono candidato con il centro sinistra, ho votato il candidato alla presidenza della Regione del partito democratico, e così anche alle politiche, alle amministrative ed alle europee. Non mi sento, come vogliono farmi passare un politico in cerca di autore. La notizia? Andrò alla Leopolda”

– Lei quella frase però l’ha pronunciata, non la stanno inventando i giornali, cos’è cambiato da quel giorno?

– “Sono due partiti diversi, anche Renzi, mi pare, vedeva un partito diverso rispetto a quello. Vorrei inoltre precisare, per chi ci tiene, che quella frase decontestualizzata perde il suo valore specifico”

– Cioè ? Ci faccia capire meglio

– “Era un giudizio ed una valutazione legata al nostro territorio. Questa vicenda però mi fa capire che c’è chi non ama il percorso di rinnovamento intrapreso da Matteo Renzi all’interno del partito democratico”

– Non ritiene di esagerare ?

– “No. L’impostazione del vecchio Pd era limitata. Ci avviciniamo ad un sistemo bipartitico più che bipolare, magari non a tutti fa piacere. Uno come Renzi pensa ad includere e non escludere. Questo fa storcere il naso ad alcuni, ma la scommessa è grossa ”

– Lei scommette insieme a lui, mi pare di capire…

– “Gli ideali rimangono. Ho una formazione democristiana e tale resterò. Si, mi rivedo decisamente nelle posizioni del presidente Renzi”.

– Ma, ripeto, si cosparge il capo di cenere o no?

– “No. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, il mio percorso di avvicinamento non nasce oggi e mi piacerebbe confrontarmi con chi afferma qualcosa di diverso sul mio conto”

– In verità gli altri non entrano nel merito, registrano circostanze e fatti…

– “Mi sono costruito il mio momento politico nel centro sinistra, ho sperimentato l’esperienza Territorio, la mobilità del consenso politico e degli schieramenti non è un’invenzione di Dipasquale, l’ultima parola fino a questo momento l’hanno detta gli elettori”.

– Una battuta sul momento difficile di questa legislatura. Le cose non vanno benissimo

– “ Io mi auguro che si recuperi la voglia di fare politica. Questo governo è nato senza maggioranza. Utilizzare il ricatto parlamentare non è né corretto né intelligente. I cittadini notano tutto, la sfiducia, la censura e chi vuole perdere tempo”.

 

 

Fonte: siciliainformazioni