consorzio-bonifica-680x365Dipendenti pagati per restare a casa. Succede al Consorzio di Bonifica di Ragusa. Alcuni ex lavoratori, tenuti fuori dal posto di lavoro ingiustamente, secondo quanto stabilito dalla Corte di Appello di Catania, hanno presentato dei decreti ingiuntivi contro l’ente e il giudice ha disposto il pagamento delle prime quattro mensilità a partire dalla data di pubblicazione della sentenza.
Al momento sarebbero pochi i dipendenti ad aver presentato ingiunzione di pagamento, ma presto se ne aggiungeranno altri e l’impegno economico per l’ente non sarà di poco conto.
Per comprendere meglio quanto accaduto occorre fare un passo indietro e ripercorrere i passaggi di una vicenda controversa. Una ventina di dipendenti del Consorzio di Bonifica 8 di Ragusa, assunti con contratti a termine, hanno avviato una battaglia legale perché, dopo tanti anni da precariato, venisse riconosciuto loro il rapporto di lavoro subordinato e, di conseguenza, la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato.

Dopo anni di lotte nei Tribunali, la vertenza è stata risolta dalla sentenza della Corte di Appello di Catania. I giudici hanno dichiarato nullo il contratto stipulato all’inizio tra le parti dichiarando il rapporto a tempo indeterminato, hanno condannato il Consorzio alla riammissione in servizio dei ricorrenti e al risarcimento del danno in favore dei lavoratori col pagamento di tre mensilità.
Per la Corte di Appello, quindi, i lavoratori dovevano essere ammessi immediatamente sul posto di lavoro, ma ad oggi, dopo più di sei mesi dalla sentenza, sono ancora a casa. Anzi la volontà dei vertici dell’ente sembra ben diversa. Dodici dipendenti hanno raccontato di essere stati chiamati, nonostante la sentenza, per firmare ancora una volta un contratto a termine e ovviamente si sono rifiutati, preferendo rimanere a casa. La vicenda appare ancora meno chiara se si confronta con la conclusione diversa rispetto alla situazione che ha interessato il Consorzio di Bonifica di Catania, a proposito della vertenza che coinvolge i lavoratori stagionali del Consorzio di Enna. In questo caso, in presenza di una sentenza di primo grado analoga a quella della Corte di Appello prima citata, l’ente ha deciso di assumere intanto i dipendenti in attesa dell’esito dell’appello. E questo, perché in ragione del tempo necessario per la definizione del giudizio di merito dinanzi alla Corte di Appello, si è reso necessario dare esecutorietà alla sentenza (al fine di non incorrere ad un eventuale danno erariale».
Sulla questione il direttore generale del Consorzio 8 di Ragusa, Giovanni Cosentini, interpellato si è limitato a sottolineare che le due vicende non possono essere paragonate, per poi rimandare la competenza al commissario del consorzio, Giuseppe Margiotta. «La situazione è molto delicata, ma presto la vicenda verrà chiarita», precisa quest’ultimo preferendo non aggiungere nient’altro.