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Consorzio di Bonifica, il calvario dei lavoratori: ‘pagati per stare a casa’
- 18 Ottobre 2016 - 6:49
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Al momento sarebbero pochi i dipendenti ad aver presentato ingiunzione di pagamento, ma presto se ne aggiungeranno altri e l’impegno economico per l’ente non sarà di poco conto.
Per comprendere meglio quanto accaduto occorre fare un passo indietro e ripercorrere i passaggi di una vicenda controversa. Una ventina di dipendenti del Consorzio di Bonifica 8 di Ragusa, assunti con contratti a termine, hanno avviato una battaglia legale perché, dopo tanti anni da precariato, venisse riconosciuto loro il rapporto di lavoro subordinato e, di conseguenza, la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato.
Dopo anni di lotte nei Tribunali, la vertenza è stata risolta dalla sentenza della Corte di Appello di Catania. I giudici hanno dichiarato nullo il contratto stipulato all’inizio tra le parti dichiarando il rapporto a tempo indeterminato, hanno condannato il Consorzio alla riammissione in servizio dei ricorrenti e al risarcimento del danno in favore dei lavoratori col pagamento di tre mensilità.
Per la Corte di Appello, quindi, i lavoratori dovevano essere ammessi immediatamente sul posto di lavoro, ma ad oggi, dopo più di sei mesi dalla sentenza, sono ancora a casa. Anzi la volontà dei vertici dell’ente sembra ben diversa. Dodici dipendenti hanno raccontato di essere stati chiamati, nonostante la sentenza, per firmare ancora una volta un contratto a termine e ovviamente si sono rifiutati, preferendo rimanere a casa. La vicenda appare ancora meno chiara se si confronta con la conclusione diversa rispetto alla situazione che ha interessato il Consorzio di Bonifica di Catania, a proposito della vertenza che coinvolge i lavoratori stagionali del Consorzio di Enna. In questo caso, in presenza di una sentenza di primo grado analoga a quella della Corte di Appello prima citata, l’ente ha deciso di assumere intanto i dipendenti in attesa dell’esito dell’appello. E questo, perché in ragione del tempo necessario per la definizione del giudizio di merito dinanzi alla Corte di Appello, si è reso necessario dare esecutorietà alla sentenza (al fine di non incorrere ad un eventuale danno erariale».
Sulla questione il direttore generale del Consorzio 8 di Ragusa, Giovanni Cosentini, interpellato si è limitato a sottolineare che le due vicende non possono essere paragonate, per poi rimandare la competenza al commissario del consorzio, Giuseppe Margiotta. «La situazione è molto delicata, ma presto la vicenda verrà chiarita», precisa quest’ultimo preferendo non aggiungere nient’altro.