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Comunicato della Sezione Stalinista di Cavalarica, in occasione dell’Assemblea Cittadina del PCI prevista per il 22 Dicembre.

Compagni carissimi, priviet a tutti! Purtroppo a causa di una serie di contingenze in qualche modo legate alla luminosa prospettiva internazionalista (sarò in viaggio!), mi rammarico di dover comunicare che non potrò prendere parte all’Assemblea cittadina del PCI, indetta per la giornata del 22 Dicembre. Ciò non di meno, in qualità di rappresentante unico della gloriosa sezione stalinista di Cavalarica, voglio partecipare con un mio intervento in forma scritta:

Carissimi compagni, era ora! Necessario e doveroso sarebbe stato convocare gli organi dirigenziali del partito immediatamente dopo la sconfitta elettorale alle Amministrative, irrimediabile ritardo appariva in conseguenza al risultato del Referendum. Opportuno sarebbe stato, in tempi assai precedenti, rendere maggiormente partecipate le decisioni che hanno condotto il Partito alla coalizione “espansiva” delle ultime elezioni amministrative. Con la scusa del trotzkismo spesso si giustificano alleanze esterne nefande e vituperevoli. Oggi possiamo dirle sconfitte non solo dal punto di vista ideale, ma avversate anche dalla volontà del Popolo. Dunque la dirigenza del Partito ne prenda atto, con responsabilità. E si renda conto che in ogni caso è già troppo tardi. È troppo tardi per rimediare, cari compagni, anche a causa di certe posizioni analoghe assunte da tempo dalla Segreteria nazionale. Va però operata una precisazione: mentre il sostegno esterno cercato dal Segretario di Partito fondava le sue ragioni nell’incapacità tecnica a formare un Governo e a ricevere l’adeguata fiducia parlamentare, qui a Scicli la situazione si manifesta in circostanze ben diverse. Essendo l’alleanza comunale intervenuta prima dell’esito elettorale, essa implicitamente confessa e preannuncia una sorta di incapacità pregiudiziale a proporre una compagine amministrativa credibile e vincente; tale alleanza risultante – una alleanza borghese – si è tentato di giustificarla sulla base della necessità imposta da legge elettorale, noi (io) della sezione di Cavalarica riteniamo allora che più opportuno sarebbe stato cercare i compagni transfughi delle sezioni dissidenti. Come detto il trotzkismo di facciata non funziona, la rivoluzione non si esporta così, e i “fratelli” non diverranno mai “compagni”.

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Per quel che riguarda le posizioni autoritarie del Segretario nazionale, deprechiamo la prova di forza cui ha costretto il Paese, e il suo Partito, con il cimento referendario. Una esperienza del tutto inutile che meglio sarebbe stato eludere, anche per il tramite di un ripensamento dell’ultimo momento; dacché la Riforma Costituzionale in questione mai aveva ricevuto un consenso numerico tale da consentire l’approvazione parlamentare, improprio è stato lasciare la decisione, come un cerino acceso, in mano al popolo, impreparato tecnicamente per una valutazione seria del quesito. Per di più, personalizzando le decisioni del Sì e del No, si è acutizzato il dissidio interno a un punto tale che ben difficile sarà tornare indietro per sanarne gli squilibri patogeni. Ben difficilmente sanabile ci sembra, a dire il vero, anche la diatriba sciclitana interna al PCI. Nel frattempo il popolo ci abbandona, e gli auspici di ideale si svuotano. Nessuno si culli della vittoria del NO, poiché il rifiuto va accreditato solo alla ripicca contro il Segretario, in ordine alla mareggiata populista che attendiamo con timore da tempo, presagendola dalle onde che già lambiscono le ginocchia. Allora, noi (io!) della Sezione di Cavalarica, innalzando il vessillo rosso sulla cima dell’antico Cremlino della Scogliera, canteremo l’Internazionale per svegliare le vostre coscienze, per rinsaldare i vostri cuori. Lo faremo per ricondurvi alla ragionevolezza. E chi non è d’accordo, democraticamente, se ne vada in Siberia.

Parafrasando il nostro buon Padre Marx: “È giunta l’ora che i comunisti spieghino pubblicamente a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro scopi, le loro tendenze; e che si contrappongano alla favola del fantasma del comunismo con un manifesto del Partito.” Ed è purtroppo veritiero, e altrettanto proporzionalmente triste, operare la constatazione che nuovamente allo stato di ectoplasma è tornato il Socialismo. Per tale motivo, piuttosto che tornare indietro per sanare gli squilibri, compiuta l’autocritica, con un balzo si superino le indicibili pavidità del passato, si riprenda in mano il timone del Partito e lo si conduca al largo, lontano dalla risacca. Si cerchi una declinazione attuale e contemporanea di Sinistra, una applicazione ideale, anche utopica per certi versi, ma suffragandola della scienza e accuratezza logica dell’approssimazione al realizzabile. Significa comprendere che il mondo è cambiato, che l’internazionalismo in parte sì è davvero realizzato, da sè, e lo vediamo ogni giorno collegandoci con i nostri smartphone. La tecnologia realizza il progetto marxiano di liberazione dai mezzi di produzione. Quel che si è perduto, nel frattempo, è la voglia di combattere per la dignità del popolo. Il popolo stesso conduce con apatia la sua esistenza, e forse non si rende conto di vivere un tempo irripetibile per possibilità conviviali. Esso deve riconquistare la consapevolezza della sua forza, e imporsi nella battaglia contro i personalismi. Proletari di tutto il paese, unitevi!
Gaetano Celestre (delegato unico della Sezione Stalinista di Cavalarica)