Lo scorso venerdì, 5 aprile 2019, all’esito di una meticolosa attività di indagine, poliziotti del Commissariato di Comiso hanno eseguito una misura cautelare dell’obbligo di dimora, emessa dal Tribunale di Ragusa – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica di Ragusa, nei confronti di D.M.M., 47enne di Comiso, ritenuto responsabile di una serie di furti aggravati di gasolio ai danni di una impresa locale impegnata nell’attività di estrazione di pietra calcarea. Furti che hanno determinato, oltre al valore del carburante trafugato, un ulteriore ed ingente danno economico derivante dalle ripetute interruzioni alle attività estrattive.

In particolare, nello scorso mese di ottobre, il titolare dell’impresa in questione aveva denunciato una serie di furti di gasolio perpetrati all’interno della cava di pietra calcarea sita in c.da Canicarao e, nello specifico, dall’interno dei serbatoi dei mezzi pesanti utilizzati per l’estrazione della pietra lì parcheggiati.

Le indagini immediatamente avviate, hanno permesso di ricostruire almeno sei episodi di furto aggravato, consumati tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre 2018, e di individuarne l’autore il quale, in una circostanza, è stato sorpreso da una pattuglia della Polizia di Stato all’interno della cava mentre si accingeva a perpetrare l’ennesimo furto.




Gli accertamenti – esperiti anche attraverso l’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza – hanno messo in luce la particolare tecnica utilizzata dal malfattore per asportare il carburante direttamente dai serbatoi dei mezzi pesanti.

Il ladro, infatti, dopo aver forzato il tappo del serbatoio del veicolo,  introduceva all’interno un tubo dal quale aspirava con la bocca l’aria per riempirlo di gasolio. A quel punto, introduceva l’altra estremità del tubo nella tanica che portava con sé e, per il principio dei vasi comunicanti, la riempiva di carburante. Operazione che veniva ripetuta più volte tanto da determinare alla parte offesa un danno ammontante a diverse migliaia di euro.

Adesso, sottoposto alla citata misura cautelare, l’uomo dovrà rispondere per i reati di furto aggravato legati dal vincolo della continuazione e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.