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Il pluripregiudicato vittoriese di 53 anni, Mario Campailla, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelate in carcere mentre è già recluso per estorsione. Il provvedimento è un aggravamento della misura cautelare cui era sottoposto per avere minacciato a luglio  il sindaco di Comiso, Filippo Spataro, violando la sorveglianza speciale.

“Mario u checcu”, un pluri pregiudicato, di 53 anni, noto per avere fatto parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso, vittoriese ma residente a Comiso, a distanza di 5 mesi deve fare i conti con un reato commesso il luglio scorso quando, violando la sorveglianza speciale, aveva minacciato il sindaco, Filippo Spataro e i suoi collaboratori per impedire l’installazione di un palco, in piazza Fonte Diana, davanti al locale gestito dalla sua compagna. Era stato arrestato dalla Mobile, il pm, Francesco Pulejo aveva convalidato la misura con la restrizione in carcere, il gip l’avevo respinto applicando nei confronti del pericoloso pluri pregiudicato l’obbligo di presentazione alla pg. Oggi è arrivata la misura cautelare in carcere dal tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso della procura e dalla Corte di Cassazione, che ha confermato la misura cautelare in carcere, dopo l’istanza di annullamento invece presentata da Campailla.

Mentre dunque “U Checchu” è già in carcere per estorsione in danno di cittadini comisani, nella stessa cella è stato raggiunto da un’ulteriore ordinanza cautelare. Lo scorso luglio, l’estate casmenea, si era colorata anche di contorni dal sapore minaccioso con le continue telefonate del malvivente al primo cittadino che non si è mai fatto sottomettere dalle intimidazioni. Gli stessi operai, incaricati a montare il palco, erano stati costretti a sospendere i lavori per le vessazioni che aveva dovuto subire da Campailla. Al primo cittadino, l’uomo aveva anche chiarito che se avesse fatto montare il palco, lui “avrebbe appiccato il fuoco e che non aveva paura di tornare in galera”.

Nonostante le minacce, il Sindaco aveva mantenuto la sua posizione rispondendo fermamente che non accettava un comportamento simile, ma il pregiudicato lo aveva avvertito che “avrebbe dovuto avere paura di uscire da casa e che avrebbe scannato tutti e che non aveva paura della Polizia”. Le minacce del 53enne erano proseguite anche  in Questura: poco prima di andare via, aveva anche fatto presente che “non sarebbe finita così”, minacciando anche gli agenti.

Qualche settimana fa Mario Campailla è tornato in carcere per estorsione aggravata in concorso.  Minacciava piccoli imprenditori, insieme con altri due pregiudicati, riuscendo a intascare somme di denaro, pena la distruzione dei negozi, andava a mangiare gratis e non pagava il canone d’affitto. Fino a quando le vittime si sono ribellate.

Viviana Sammito