estrazione-petrolio-rischi-ambientali<<Che ne sarà dello stabilimento Eni Versalis di Ragusa? Quali garanzie per l’occupazione? L’Eni, oramai è chiaro, vende per chiudere. Che ne sarà, dunque, del petrolio estratto a Ragusa che, assieme alle produzioni dei pozzi di Gela, rappresenta il 30% del petrolio estratto in Italia?

Senza chimica ed estrazione la nostra provincia sarebbe spogliata in un sol colpo delle vesti industriali, dal taglio statale, che hanno caratterizzato in positivo lo sviluppo economico del territorio negli ultimi 70 anni. A rischio, pertanto, il futuro di diverse centinaia di lavoratori>>.

E’ stato confermato lo sciopero di otto ore nelle aziende del gruppo del <<cane a sei zampe>> presenti sul territorio per mercoledì 20 gennaio 2016, per contrastare il piano di ENI e favorire una nuova politica industriale del gruppo.

E’ l’esito dell’incontro di ieri sera delle segreterie di FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILTEC-UIL. Sono intervenuti all’incontro oltre i tre segretari di categoria, i segretari generali confederali, Giovanni Avola della CGIL, Giorgio Bandiera della UIL, e Paolo Sanzaro della CISL.

All’attivo erano state invitate le deputazioni nazionale e regionale ed il sindaco di Ragusa, Piccitto ma era presente solo la senatrice Venerina Padua. La quale si è fatta portavoce, nei confronti dei rappresentanti del Governo nazionale, circa le perplessità manifestate dalle sigle di categorie e ha garantito la richiesta di un incontro con i rappresentanti di Eni per capire che cosa succederà soprattutto sul territorio ibleo.

“Sulla vertenza occorre vigilare, ha detto la senatrice. Il mio intento è quello, intanto, di fare sentire la mia personale vicinanza ai lavoratori. Non dimenticando, però, che le risposte concrete sono quelle che aspettiamo dal ministero”.

<<Con il nuovo piano di riassetto di Eni tendono a scomparire le attività italiane a cominciare dalla chimica, che è uno degli asset portanti del sistema industriale dell’Italia, e va difeso>>, hanno detto i sindacati. <<La cessione di Versalis è un salto nel buio per la chimica italiana e per questo il Governo deve fermare le decisioni di Eni. Cedere, infatti, la maggioranza del pacchetto azionario di Versalis a un fondo di dubbia autenticità e valenza finanziaria servirebbe solo a sgravare Eni dal fardello del downstream, unico vero tormento dell’attuale amministratore delegato, che vuole un’azienda snella e tutta orientata sul petrolio e gas estratto e prodotto all’estero.

Obiettivo di Eni è concentrare le attività solo su esplorazione ed estrazione di gas e petrolio, con impieghi industriali esercitati fuori dai confini italiani>>.

Viviana Sammito