Partecipata, ricca di dibattito e di spunti l’assemblea delle delegate e dei delegati della CGIL di Ragusa aperta alle istituzioni, alle rappresentanze dell’impresa e dell’associazionismo.

L’assemblea, che precede la fase congressuale che inizierà martedì 21 giugno, avrà il suo epilogo in una manifestazione nazionale a Roma il 18 giugno p.v. sui temi della pace, del lavoro, della giustizia sociale e della democrazia.

Presenti i sindaci di Ragusa, Cassì, di Giarratana, Giaquinta, per Vittoria presente l’assessore Giuseppe Fiorellini; Vittorio Avveduto, coordinatore provinciale di LIBERA, Giovanni Iacono Amministratore delegato della SOSVI, nonché dei delegati iscritti alla CGIL che hanno dato un valido contributo di analisi e di proposta all’assemblea del tutto aderente alla realtà ragusana.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario generale della CGIL di Ragusa, Peppe Scifo, presente Alfio Mannino, segretario generale della CGIL Sicilia. I lavori moderati dalla segretaria provinciale della CGIL di Ragusa, Graziella Perticone.

“Pandemia, guerra, nuovo paradigma digitale, ambientale ed energetico, ha esordito Scifo, hanno travolto e messo in discussione tutto. La CGIL si è impegnata da subito contro l’invasione russa, a sostegno degli ucraini, della democrazia e del diritto all’autodeterminazione attraverso aiuti umanitari e progetti di accoglienza.

La provincia di Ragusa rimane fanalino di coda per ciò che concerne la dotazione di infrastrutture.




L’appalto della Ragusa-Catania è stato rinviato per la terza volta. Nel contesto delle opere infrastrutturali occorre accelerare sui progetti di mobilità intermodale con i collegamenti stradali per gli accessi autostradali, il porto di Pozzallo, l’aeroporto di Comiso e l’autoporto di Vittoria. Quest’ultima rappresenta l’ennesimo fallimento per un territorio che non è riuscito fino ad ora, nonostante il completamento dell’opera nel 2016, a renderlo operativo. La Cgil di Ragusa ha posto alla regione Sicilia e al MIS il tema della necessità di rilanciare il sistema ferroviario per la mobilità delle persone e delle merci.

Bisogna rimettere al centro il lavoro, fare della giustizia sociale il parametro delle scelte politiche e di investimento e utilizzare le risorse europee e nazionali per affrontare la transizione digitale e ambientale, garantendo il diritto alla salute, alla conoscenza, all’invecchiamento attivo.

Necessaria una totale sostenibilità dell’intero comparto agricolo delle produzioni in serra, che rappresenta uno dei poli più importanti a livello europeo. Intervenire sui cicli dei rifiuti produttivi, dalle plastiche, agli scarti vegetali e soprattutto abbassare drasticamente l’impiego di sostanze chimiche nocive per l’ambiente.

Al tempo stesso occorre una adeguata politica regionale sui rifiuti senza tralasciare il dato dell’interesse mafioso sul comparto.

Il tema energetico rappresenta oggi un elemento di grave criticità nell’intero processo economico delle filiere ma al tempo stesso contiene elementi di potenzialità in grado di garantire possibili soluzioni attraverso l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Cambiare il presente, guardando al futuro oggi vuol dire aiutare chi ha redditi più bassi e chi è più in difficoltà – lavoratori, pensionati, precari, Partite IVA, disoccupati.

Gli imprenditori denunciano l’impossibilità a reperire manodopera. Nella nostra provincia mancano spesso i diritti e il giusto riconoscimento salariale specie in alcuni settori. Si dice che c’è una fuga dal lavoro verso l’assistenzialismo alimentato principalmente dal Reddito di Cittadinanza. Ciò può essere vero solo nella misura in cui l’assistenzialismo  conviene in quanto spesso supera i salari di fatto. Non dimentichiamo che nel 2020 la provincia di Ragusa risultava ultima per livelli di retribuzione a livello nazionale. C’è poca attività di controlli dovuta per lo più alla ormai totale destrutturazione dell’Ispettorato del lavoro, senza ispettori ne direzione ormai da tempo. Abbiamo chiesto al Governo regionale l’immediata dotazione di un dirigente al fine di permettere un minimo di funzionalità dell’Istituto.

Affermare la centralità del tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro. Intervenire sul tempo determinato affinché, legato a specifiche causali, risponda solo ad effettive e limitate necessità. Intervenire per regolare il lavoro autonomo e parasubordinato, allargando diritti e tutele. È necessario aumentare il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, il rafforzamento dell’assistenza territoriale e varare una legge sulla non autosufficienza per garantire la presa in carico delle persone e la risposta ai loro bisogni da parte dei servizi pubblici.

Tempo pieno per intervenire sulle povertà educative che rappresentano la massima espressione delle diseguaglianze oggi in Italia, dare ai nostri piccoli le stesse opportunità che hanno gli alunni e gli studenti delle scuole del nord a partire dal tempo scuola. In materia di investimenti per l’Università e la ricerca va invertita la tendenza che vede primeggiare le facoltà scientifiche a discapito degli studi umanistici.

È il momento di realizzare un piano straordinario di assunzioni finalizzato ad aumentare l’occupazione di donne e giovani con una particolare priorità al mezzogiorno e condizionare al raggiungimento di questi obiettivi le tante risorse e incentivi destinati alle imprese.

Garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: non un costo ma un investimento per il presente e per il futuro. Bisogna aumentare i controlli ed eliminare le cause degli infortuni e delle morti sul lavoro: serve un netto contrasto alla precarietà, un intervento deciso sulla catena degli appalti e dei subappalti rendendo effettive e esigibili la clausola sociale, il rispetto dei contratti nazionali, e la pensione anticipata per chi fa lavori usuranti e gravosi.”

La CGIL impegna tutte le Camere del lavoro a convocare assemblee pubbliche di delegate e delegati e attivisti delle leghe, per discutere le proposte, anche insieme agli studenti e alle associazioni presenti sul territorio, invitando rappresentanti delle istituzioni, dei Comuni e delle Regioni, a confrontarsi con la CGIL.

“La realtà politica, sociale ed economica è così mutevole in Europa, in Italia e in Sicilia, ha commentato Alfio Mannino, che oggi non è possibile disegnare una prospettiva. C’è forte e chiara la necessità di abbattere le diseguaglianze sociali nate dalla pandemia e sostenute dalla guerra in atto nel cuore dell’Europa. Una Sicilia che potrebbe diventare protagonista laddove 26 miliardi di euro del PNRR in sei anni stanno per essere investiti nell’isola e capaci di cambiarne il volto e il futuro; ma questo accadrà solo se ci sarà una macchina amministrativa, oggi inceppata soprattutto nei comuni, capace di gestire, con una adeguata progettualità, queste ingenti risorse.

La Sicilia non ha un Piano energetico regionale degno di questo nome, quello di oggi è fotocopia di quello di ieri, e il presidente Musumeci propone i termovalorizzatori del tutto esclusi dai finanziamenti europei con una scelta obsoleta e senza senso. Il lavoro, la sua qualità e dignità devono tornare ad essere al centro del dibattito politico sindacale. Su questi temi verterà anche il futuro congresso della CGIL.”