Dopo il recente maxi-sequestro di 900 chilogrammi di marijuana, due pistole, munizioni ed un kalashnikov, che ha portato all’arresto di due corrieri della droga, torna alla ribalta il problema delle droghe leggere. Le notizie di giovani (e non) arrestati per detenzione di derivati della canapa sono ricorrenti. Tra Santa Croce e Ragusa, infatti, pochissimi giorni fa tre tunisini sono stati colti in flagrante mentre spacciavano hashish ad un giovane di Scicli. I tre extracomunitari erano in possesso di oltre 6g della sostanza e, dopo essere stati identificati presso la caserma dei Carabinieri, sono stati trasferiti al carcere di Ragusa. Nel capoluogo, inoltre, il giorno dopo è stato arrestato un polacco, K.P.K, di 47 anni, sempre sorpreso mentre spacciava hashish.

La lotta allo spaccio continua, ma il mondo sembra stia velocemente cambiando, e con esso anche la dimensione delle droghe leggere.

Il sistema proibizionista, lo stesso che ha dato vita alla Fini-Giovanardi, è ormai alla berlina e, come se ne è resa conto la società, se ne sta piano piano rendendo conto il legislatore. Oggi tutto si muove alla velocità della rete, e proprio online è possibile far circolare tutte le informazioni e diffondere una cultura che non crede nella marijuana come sostanza equiparabile alle droghe “pesanti” (ovvero quelle che creano dipendenza). Non lo crede chi cerca informazioni sull’uso terapeutico della marijuana, non lo crede chi acquista semi o altri prodotti, e non lo crede chi cerca di carpire i segreti della coltivazione per mezzo di semi femminizzati.

Da pochi giorni possiamo dire che non lo crede nemmeno più il governo, che si è pronunciato in favore della distribuzione legale di farmaci a base di cannabis, integrandone e completandone la normativa, così come le regioni, del resto, che hanno seguito la Toscana nel legiferare nella stessa direzione nel corso degli ultimi mesi. Se si guarda al mondo del commercio, poi, si noterà come siano molto diffusi prodotti legati al mondo del consumo di cannabis, che vanno a consolidare un mercato che sembra potrà essere sempre più tutelato dalla legge nel prossimo futuro. Proprio in questo momento, tra l’altro, non si è quasi fatto in tempo a lanciare ed assorbire la moda del “vaping” (ovvero delle sigarette elettroniche) che è già ora della CannaCig, il primo e-joint.

Non sono per ora evidenti gli usi medici, ed è stato infatti lanciato negli States, dove gli stati di Washington e Colorado hanno addirittura aperto all’uso ricreativo della cannabis. Molto presto, fa sapere la Rapid Fire Marketing, sarà possibile fare vaping con hashish anche fuori dal territorio a stelle e strisce: l’azienda ha tutta l’intenzione di colonizzare Svizzera, Olanda, Argentina, Spagna, Belgio ed altre nazioni ancora. Il kit per l’e-joint (che è appunto stato lanciato col nome di CannaCig)  costa settanta dollari circa, e funziona come la stessa sigaretta elettronica.

Sarà molto interessante seguire gli sviluppi sul mercato di questa innovazione, anche perchè ci informerà sul popolo che usa e vuole usare la cannabis anche ai fini ricreativi. Sarà inoltre interessante capire se l’uso elettronico possa o meno sostituire l’uso “manuale”, contaminare il bacino di utenza che ricerca la pianta, la natura. La persona che oggi cerca informazioni sui semi autofiorenti, come su questo sito qui, domani sarà un nuovo adepto del vaping?