Mario Benzi (foto a sx),  25 anni, pluripregiudicato, e Carlo Assì (foto a ds), 59 anni, con precedenti di polizia, entrambi modicani, sono stati arrestati dalla polizia poichè ritenuti gli autori dell’atto incendiario  avvenuto la notte del 15 settembre scorso ai danni del giornalista Saro Cannizzaro.

Accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica di Modica, il Gip del Tribunale, nell’udienza di convalida tenutasi nella tarda mattinata di oggi, ha convalidato l’arresto di Benzi e di Assì , entrambi ristretti presso la Casa Circondariale di Modica. Il magistrato ha ritenuto di convalidare l’arresto di Benzi, sottoposto alla Sorveglianza Speciale, per la violazione di cui all’art. 9 della Legge 1423/56 e di Assì per il reato di incendio aggravato, disponendo per il primo la misura della custodia cautelare in carcere e per il secondo la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Nella nottata del 15 settembre il giornalista è stato svegliato da un forte boato che proveniva dal piano inferiore della propria abitazione. Immediatamente si è reso conto di quanto successo anche dal fumo che  aveva già invaso tutta la casa e, nel tentativo di porre in salvo la propria famiglia, correva verso la porta d’ingresso che era lambita dalle fiamme. Mentre l’apriva, tuttavia,  riportava lesioni guaribili in 10 giorni per ustioni di 1° e 2° grado alla mano.  Subito allertati, arrivano sul posto la polizia di  Modica, e i Vigili del fuoco; mentre quest’ultimi sono a lavoro per spegnere le fiamme, la polizia si mette al lavoro, per assicurare alla giustizia chi aveva appiccato prima l’incendio, senza dubbio doloso. E’ cosi che le indagini li portano all’abitazione di Benzi. Lì la polizia, oltre ad un forte odore di benzina e alle risposte molto vaghe del Benzi, scoprono nascosto in una camera il 59enne Assì. Da qui la decisione dei poliziotti di perquisire anche la casa di Assì dove veniva trovato un bidone contenente liquido infiammabile; da qui le dichiarazioni spontanee dell’Assì che confermava quanto sospettato prima dai militari.

Da accertare se i due hanno agito di propria volontà o se magari hanno eseguito un ordine.